CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Monza, Associazione Polis lancia “Un lavoro per il lavoro“: i “personal trainer” per trovare impiego

L’associazione accoglie le persone in difficoltà segnalate da Caritas e cooperative "Sono soprattutto donne e anche uomini che superati i 50 anni non hanno più mercato".

Il collocamento “sociale“ . I tutor della porta accanto: "Non diamo solo un lavoro ma una seconda chance"

MONZA – Un curriculum poco interessante o scritto male. L’età avanzata del candidato o, di contro, nessuna esperienza. Sono scogli contro cui si frantumano spesso le speranze di trovare lavoro.

Ma peggio è non avere risposta alle decine di curricula inviati. Ecco perché l’associazione Polis di Muggiò - che si occupa di progetti sociali di aiuto alle famiglie e alle persone fragili - ha avviato “Un lavoro per il lavoro“. "Nel nostro mondo profondamente lavoro-centrico – racconta Alessandro Platè, sociologo – il lavoro è vitale per il reddito, ma soprattutto per l’inclusione sociale e per il senso di identità".

Platé ha 73 anni. Dopo una carriera nella gestione delle risorse umane, coordina il lavoro di Polis con obiettivo di aiutare la gente nella ricerca del lavoro e di accompagnarli e assisterli nei momenti di fragilità. "Disoccupazione – sottolinea la presidente dell’associazione, Emi Colombo – - dice - non significa solo non avere nulla da fare, ma anche non avere più nulla a che fare con gli altri".

I tutor di Polis Lab seguono i casi assegnati con un rapporto uno ad uno. Non si limitano ad aiutare nella stesura del curriculum o nella simulazione del colloquio di lavoro. Sono, invece, veri personal trainer del lavoro, che fanno prendere coscienza di capacità, di skill nascoste e di experience da valorizzare. Nelle simulazioni di un colloquio di lavoro anticipano le domande che sicuramente verranno fatte, come rispondere, cosa dire, o non dire; ma anche come utilizzare al meglio gestualità, mimica facciale e atteggiamenti corporei. I nominativi delle persone in cerca di lavoro arrivano da varie associazioni (Casa della Carità, Caritas, San Vincenzo); qualcuno contatta direttamente (al numero 3356940958).

"A tre anni dal lancio dell’iniziativa ci sembra tempo di bilanci – afferma Paolo Perrone, imprenditore tra i soci fondatori – e valutare se i nostri sforzi hanno contribuito a dare una risposta alle cose che non vanno bene. Sono arrivate a noi 189 persone (68 uomini e 121 donne, di cui stranieri 28 uomini e 49 donne). La centralità del lavoro persiste anche quando il lavoro non c’è e quindi lo svanire progressivo di una occupazione stabile fa venir meno il senso di autonomia economica e morale, di riconoscimento, di orgoglio e di identità".

"Ascolto, interpretazione, capacità operativa, valutazione dei servizi resi e loro rispondenza alle attese delle persone, hanno contraddistinto il nostro lavoro", aggiunge Mariano Piazzalunga, responsabile Caritas e Casa della carità. "La sfida futura – conclude Platè – sarà allargare la rete delle aziende del territorio, per dare sempre più occasioni a chi deve trovare un lavoro, ma anche alle imprese che sono alla ricerca del personale. Più del 50% delle persone che abbiamo aiutato, hanno trovato un lavoro (33 uomini e 62 donne)".