
Da sinistra, Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea, Ibrahima Niane, Katiuscia Calabretta, Roberto Rocchi, Alessandro Pagano, segretario generale Cgil Lombardia, Ivan Comotti, segretario uscente Fillea Lombardia
Milano, 27 gennio 2024 – È minuta , sorriso dolce, tono garbato. A un primo sguardo è difficile immaginarla in un cantiere. Invece Katiuscia Calabretta ha alle spalle una lunga esperienza sindacale nel mondo dei "magutt", come segretaria organizzativa della Fillea Monza Brianza e segreteria generale della Fillea di Milano.
Da ieri è la prima donna in Lombardia a guidare la segreteria regionale della Fillea, il sindacato degli edili della Cgil. È stata eletta dall’assemblea generale lombarda composta dai rappresentanti dei quattordici comprensori territoriali della Fillea. L’affiancano Ibrahima Niane e Roberto Rocchi. Niane, segretario della Fillea di Brescia, originario del Senegal, è il primo immigrato che entra nella segreteria della Fillea lombarda.
Calabretta, inevitabile e banale la prima domanda: una donna in un cantiere edile è vista ancora come una rarità?
"Direi proprio di no. Oltre alle funzionarie del sindacato, troviamo donne tra i tecnici, tra gli ingegneri. In Lombardia sono cinque le strutture provinciali con donne alla guida. Personalmente non ho mai avuto problemi. Ci può essere una certa curiosità per la presenza di una donna, ma le questioni importanti sono altre".
Qual è stato l’andamento del settore negli ultimi anni in Lombardia?
"Una grande accelerazione seguita al Covid, anche grazie al bonus. È aumentato il numero degli addetti, delle aziende, dei cantieri. È cresciuta la massa salariale, ossia la somma delle retribuzioni degli operai. Il 2024 sarà l’anno che probabilmente vedrà una prima leggera inversione di tendenza".
C’è un’interfaccia negativa?
"Ai picchi si accompagnano sempre risvolti negativi. Irregolarità. Sono spesso disattese le norme base per i Dpi, i Dispositivi di protezione individuale, caschetti, scarpe antinfortunistiche, giubbetto di alta visibilità, imbragature. Non viene svolta la formazione obbligatoria. Lavoro nero. Se un operaio scappa dal cantiere appena ci vede per non farsi identificare, vuol dire che sta lavorando in nero. Capita in tanti cantieri in diverse province. Un caso recente su Milano è un cantiere bonus 110 a Gorgonzola. Allora ci rivolgiamo all’Ispettorato del Lavoro e alla Ats per il controllo dello stato delle assunzioni e quello delle condizioni di igiene e sicurezza. Lavoro grigio, ancora più diffuso del nero: quando il lavoratore trova che le ore pagate in busta sono meno di quelle effettivamente lavorate. C’è il fenomeno degli alias. Abbiamo trovato lavoratori che avevano il tesserino d’identità di un altro: un ragazzo di vent’anni con l’identità di un uomo di quaranta e viceversa. Abbiamo avuto casi sospetti di alias in un cantiere di Cesano Boscone, dove al nome di un lavoratore corrispondevano due rapporti di lavoro in due aziende diverse contemporaneamente, o il caso tristemente famoso del giovane 31enne egiziano Saleh Mohamed Ahmed Abdelaziz, morto sul lavoro in un cantiere a Cascina Merlata, nel novembre del 2022. Ricoverato a Niguarda, non riuscivano a risalire a quale fosse la sua vera identità perché era registrato con un altro nome".
Altre conseguenze del boom post Covid?
"Sono nate delle aziende un po’ improvvisate. Il fatto è che in Italia è troppo facile diventare o inventarsi imprenditori edili. Non sono richiesti particolari prerequisiti. Ci si ritrova con imprenditori senza competenze e senza mezzi a volte, anche senza soldi. Come nel caso dell’azienda di Calcinato, nel Bresciano, che non pagava i lavoratori da mesi. Abbiamo scoperto che aveva un capitale sociale di cento euro".
Il caporalato.
"I vecchi metodi di arruolamento, punti di incontro, il pullmino che gira a raccogliere i lavoratori stanno scomparendo, anche se non sono spariti del tutto: a Milano piazzale Lotto, via Lorenteggio. Oggi si usano strumenti di comunicazione come whatsapp e instagram. Soprattutto fra gruppi della stessa etnia funziona il passaparola".
Sfruttamento, lavoro nero o grigio, caporalato. La Fillea della Lombardia che strumenti di contrasto oppone?
"Chiediamo da tempo una legge regionale che obblighi a usare come badge di cantiere la carta regionale dei servizi per accertare l’identità del lavoratore presente nel cantiere, l’orario d’ingresso e quello di uscita, quindi il numero vero delle ore lavorate. Basterebbe solo un po’ di buona volontà per far compiere al settore un salto di qualità".