Crisi a sorpresa delle big tech, Microsoft licenzia 59 dipendenti: ecco dove

I tagli su Milano e Roma per uno schema già visto: maxi crescita in pandemia, poi brusco calo

La sede Microsoft a Milano

La sede Microsoft a Milano

L’ultimo fronte, nella raffica di licenziamenti messi sul tavolo dalle big tech, si apre su Microsoft. Il colosso fondato da Bill Gates ha presentato, secondo quanto si apprende da fonti sindacali, una procedura di licenziamento collettivo in Italia che riguarda 59 dipendenti su 1.080. E la motivazione, nell’ambito del piano di tagli del personale annunciato a livello globale che ora si ripercuote sull’occupazione italiana, è simile a quella al centro delle procedure che riguardano altre multinazionali del settore: una crescita durante la pandemia seguita da un calo del volume d’affari, che renderebbe necessaria una riorganizzazione e un dimagrimento degli organici.

Gli esuberi Microsoft riguardano, nel dettaglio, 43 impiegati (principalmente nell’area marketing e nella struttura di vendita) e 16 dirigenti. Quasi tutti lavorano nel quartier generale di Milano dove si concentra la maggior parte dei dipendenti (740), mentre solo 7 esuberi riguardano la sede di Roma. Dopo Pasqua si terrà un incontro con i sindacati, nel tentativo di ridurre gli esuberi e limitare gli effetti sull’occupazione.

«Le procedure si stanno accumulando – spiega un sindacalista coinvolto nella partita – e i licenziamenti stanno raggiungendo, complessivamente, volumi importanti. Chi perde il posto in questa fase non riesce a ricollocarsi, perché quasi tutte le aziende del settore stanno riducendo gli organici". Il primo colosso tecnologico a tagliare personale in Italia era stato Meta-Facebook, con 12 esuberi nel quartier generale milanese in Missori. Il copione si è ripetuto per Yahoo (le trattative sono ancora aperte), e per la multinazionale dei videogiochi Ubisoft che ha chiuso la sede milanese. Si sono concluse invece con un mancato accordo le trattative fra i sindacati e il fornitore statunitense di servizi per l’e-commerce Salesforce, che ha messo sul tavolo il taglio di 35 posti fra Milano e Roma. Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, che hanno proclamato lo stato d’agitazione, denunciano un "atteggiamento di forte chiusura che manifesta l’evidente volontà di portare a termine i licenziamenti senza tutele adeguate". Parlano di un "sacrificio" chiesto "col solo fine di alzare margini già positivi" di un’azienda che può contare su "risultati economici eccellenti e una situazione finanziaria solida e in crescita".

È stato raggiunto invece un accordo fra i sindacati e la società tedesca Share Now GmbH, nata dalla fusione di Car2go e Drive Now, dal 2022 sussidiaria della divisione Free2Move, mobility hub globale della multinazionale automobilistica Stellantis: i 10 esuberi iniziali sono stati ridotti a 8 uscite volontarie. Nuovi fronti potrebbero aprirsi su Google, Amazon, Zoom e Spotify, anche loro coinvolte in piani globali di riduzione del personale.