I bitcoin si prelevano al bancomat: come si fa

La criptovaluta fra alti e bassi dopo il furto del secolo da parte della piattaforma Africrypt

Uno dei bancomat per bitcoin di Milano

Uno dei bancomat per bitcoin di Milano

I bitcoin continuano ad essere sulla bocca di tutti. La criptovaluta più famosa, e influente, del mondo sta vivendo costanti cambiamenti. Uno di questi riguarda la sua diffusione: grazie al "prelievo" al bancomat, i bitcoin sono ormai alla portata di molti.

Come comprare bitcoin

Detto delle piattaforme exchange e trading online, la vera novità dell'ultimo periodo è rappresentata dalla diffusione degli Atm di bitcoin. Atm, ovvero automated teller machine, come quelli da cui si prelevano contanti inserendo la tessera del bancomat. Il procedimento è più o meno lo stesso, ma essendo il bitcoin una moneta virtuale a mancare è proprio l'erogazione fisica di contanti. Non l'immissione, però. I bancomat per bitcoin sono installati in diverse zone d'Italia - soprattutto in grandi città come Milano, Roma e Palermo - e prevedono che l'utente prima attivi il proprio wallet, ovvero il portafogli virtuale, poi inserisca banconote di valuta "fisica" all'interno del bancomat e conseguentemente riceva sul wallet digitale il corrispettivo in bitcoin. Agli Atm point si possono acquistare anche criptovalute differenti, come litecoin o ethereum.

Perché comprare bitcoin al bancomat

Rispetto ai sistemi di acquisto online dei bitcoin, quello via bancomat mette, almeno in linea teorica, al riparo dall'illegalità visto che le società che gestiscono gli Atm point sul territorio sono tenute a rispettare le normative italiane antiriciclaggio. Questo dovrebbe rendere "pulita" la catena che conduce all'erogazione dei bitcoin. In realtà questo non può essere garantito in toto, visto che non sempre le società in questione controllano in modo dettagliato chi "preleva" al bancomat. Per non parlare del fatto che l'evasione fiscale è un problema che caratterizza anche chi si occupa di questi servizi. 

L'appuntamento

Quelli che condurranno al 21 luglio saranno giorni particolarmente caldi per il mondo bitcoin. Proprio il 21 luglio, infatti, Elon Musk, golden boy dell'economia mondiale e fondatore di Tesla, e Jack Dorsey, amministratore delegato di Square e fondatore di Twitter, si incontreranno per discutere proprio di criptovalute. L'evento si chiamerà "The B Word" e promette di fornire spunti molto interessanti sul mondo delle criptovalute. Proprio le opinioni di Musk in merito ai bitcoin hanno più volte influenzato il valore di mercato della moneta virtuale. 

Chi dice sì

Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha dato il via a quello che potrebbe essere l'inizio di una rivoluzione economica internazionale. Dal 7 settembre il bitcoin avrà corso legale in El Salvador, che avrà così due monete legali: una fisica, ovvero il dollaro, e un'altra virtuale, cioè il bitcoin. Da El Salvador a Dubai, sempre on la "B Word": la Bitcoin Fund ha debuttato al Nasdaq Dubai, diventando così il primo fondo di criptovaluta mai quotato in una borsa del Medio Oriente e del Golfo. Il fondo, che l'anno scorso è stato quotato dalla società canadese di gestione patrimoniale digitale 3iQ alla Borsa di Toronto, ha circa 1,5 miliardi di dollari di asset in gestione e prevede di raddoppiarlo entro l'anno prossimo.

Chi dice no

Le autorità finanziarie britanniche hanno imposto lo stop di tutte le attività regolamentate in Gran Bretagna alla piattaforma di scambi di criptovalute Binance. La quale avrà tempo soltanto fino a mercoledì sera permettersi in regola con le richieste imposte dalle autorità per regolamentare meglio le attività della piattaforma.

Occhi puntati

La Guardia di finanza in Italia, le autorità finanziarie in Gran Bretagna: il mondo delle criptovalute è sotto la lente di forze dell'ordine e Governi. Che, conoscendone i molti rischi, hanno deciso di vederci chiaro e di tenere monitorati gli scambi. 

Il furto del secolo

Nonostante i monitoraggi, qualcuno che riesce a mettere a segno il colpo più roboante di tutti i tempi c'è eccome. E' il caso dei fratetlli sudafricani Ameer e Raees Cajee, rispettivamente 20 e 17 anni, fondatori della piattaforma di investimento Africrypt. I due si sono intascati 69mila bitcoin, che corrispondono a 2,2 miliardi di dollari. I due sono riusciti non solo a prendere il denaro, ma anche a renderlo irrintracciabile. Il meccanismo è stato abbastanza elementare: i due hanno finto un attacco hacker ai clienti della piattaforma Africrypt invitando però i clienti stessi a non denunciare gli ammanchi. Così hanno avuto tutto il tempo di far sparire il denaro fino a mettere offline il portale e a rendersi irraggiungibili.