Clima impazzito, siccità e bombe d’acqua danneggiano le api: perso fino all’80% del miele

L’inverno caldo, le gelate di aprile e il maltempo di maggio hanno colpito gli apicoltori: "Agli insetti non è rimasto più nulla da mangiare: stiamo lavorando per nutrirli e salvarli"

Gli eventi climatici estremi distruggono l'ambiente e le abitudini delle api

Gli eventi climatici estremi distruggono l'ambiente e le abitudini delle api

Prima il caldo anomalo di gennaio che disorientava le api e la siccità che ha mandato in stress idrico le piante. Poi le gelate di aprile che hanno causato danni diretti ai germogli di acacia in fase di sviluppo. Ora è arrivato il maltempo a frenare la speranza di fioriture “normali”. Così il meteo sta mettendo a dura prova l’apicoltura: la stima dell’Osservatorio nazionale miele è che la perdita di produzione per i raccolti primaverili dei mesi di aprile e maggio possa essere anche dell’80% rispetto alla scorsa stagione 2022. Al mancato reddito si aggiungono gli elevati costi delle nutrizioni di soccorso per salvare le famiglie.

In Lombardia , dove si contano 4mila apicoltori, Apilombardia ha attivato la raccolta delle segnalazioni di danno delle singole aziende per attivare la procedura con gli Utr e la Provincia di Sondrio. Secondo quanto comunicato dal direttore Federico Valobra, l’associazione ha già raccolto segnalazioni da 166 aziende lombarde che insieme allevano 31.500 alveari circa.

Per il solo miele di robinia, la produzione del 2023 si attesta a 2,63 kg/alveare contro una media di produzione di 11,27 kg/alveare del triennio 2020-2022, con un danno calcolato in 2,5 milioni di euro.  Entrando nel dettaglio delle segnalazioni arrivate dalle singole province, si parla di danni medi di 13.826 euro a Bergamo, 13.676 a Brescia, 10.734 a Como, 6.194 a Cremona, 20.574 euro a Lecco, 5.540 euro a Lodi, 21.622 euro a Mantova, 6.353 euro a Milano, 7.986 euro a Monza, 11.643 a Pavia, 29.343 a Sondrio, 30.725 a Varese.

"Il dato che salta all’occhio è l’incidenza del danno sull’ultimo triennio – sottolinea Valobra – contraddistinto da una media produttiva gravemente insufficiente". Parliamo infatti, in media, di un’incidenza del danno del 74,37%. Anche Coldiretti ha lanciato l’allarme per i 160mila alveari lombardi. "Stiamo lavorando solo per nutrire le api – racconta Valentina Cella, apicoltrice di Cazzago San Martino che conta 240 arnie –. Se va avanti così, la produzione sarà del 60-70% in meno. Il freddo minaccia la fioritura di castagno, tiglio, ailanto". " Su 400 apicoltri associati – evidenzia Claudio Vertuan, presidente dell’Associazione Apicoltori Brescia, socio Confagricoltura – solo una ventina ha prodotto, ma con quantità inferiori agli altri anni. Le regine hanno fatto il blocco di covata per assenza di cibo".