Chi paga più tasse in Italia? Il 4,5% versa il 38% dell'Irpef. L'impatto della Flat tax

Chi sono i contribuenti che contribuiscono maggiormente alla spesa pubblica? Quali sono le voci di spesa maggiori? Uno studio prova a spiegarlo

Chi paga più tasse in Italia? Quali fasce di reddito versano la quota maggiore di Irpef? La Flat tax metterebbe in crisi un sistema incrementale come quello attuale in Italia dove chi "guadagna di più paga di più"? Questioni alle quali ha cercato di dare risposte uno studio di Itinerari previdenziali e Cida.

Chi paga più tasse?
Chi paga più tasse?

Chi paga di più

I contribuenti con redditi superiori a 55mila euro in Italia pur essendo solo il 4,58% del totale versano oltre il 38% dell'Irpef complessiva, mentre quelli che dichiarano fino a 7.500 euro sono quasi il 25% e pagano lo 0,12% dell'imposta complessiva.

Secondo uno studio di Itinerari previdenziali e Cida (Rappresentanza sindacale dei dirigenti) sui redditi 2020 la spesa pubblica è sostenuta in gran parte dai cinque milioni di contribuenti con redditi superiori a 35mila euro che, pur essendo il 12,99% dei 40 milioni di contribuenti, versano il 59,95% dell'imposta sulle persone fisiche.

Irpef in calo

Nel complesso i redditi prodotti nel 2020 e dichiarati nel 2021 ai fini Irpef sono stati 865,074 miliardi, per un gettito Irpef generato di 164,36 miliardi in calo del 4,75% rispetto all'anno precedente.

I ricchi

Sopra i 100mila euro c'è solo l'1,21% dei contribuenti che però versa il 19,91% delle imposte.

Flat Tax

"Mentre si discute di riforma fiscale e flat tax - sottolineano Itinerari previdenziali e Cida - il 79,2% degli italiani dichiara redditi fino a 29mila euro, corrispondendo solo il 27,57% di tutta l'Irpef, un'imposta neppure sufficiente a coprire la spesa per le principali funzioni di welfare. Ecco come funzionerà la flat tax del cogerno Meloni.

Le spese

Nel 2020, anno nel quale è scoppiata la pandemia da Covid, sono statati necessari

  • 122,72 miliardi per la spesa sanitaria
  • 144,76 per l'assistenza sociale
  • 11,3 per il welfare degli enti locali.
  • Un conto totale di 278,78 miliardi che viene finanziato attingendo alla fiscalità generale:

Emergenza Covid

A queste sole tre voci di spesa - sottolineano Itinerari previdenziali e Cida - sono state destinate nell'anno tutte le imposte dirette Irpef, addizionali, Ires, Irap e Isost e anche oltre 50miliardi di imposte indirette.

Il post Covid

Una differenza che si è ridotta negli anni successivi con l'aumento delle imposte dirette collegato alla ripresa economica dopo il Covid (da circa 226 miliardi del 2020 a 253 nel 2021 e a 263 stimati per il 2022) maggiore della crescita della spesa sanitaria (da 278 miliardi nel 2020 a 283 nel 2021 e 288 nel 2022).

Le pensioni

E se per la spesa sanitaria e assistenziale non basta l'intera Irpef quella per le pensioni e le assicurazioni sociali al netto delle tasse si autofinanzia. Nel 2020 la spesa per le pensioni e per le assicurazioni sociali (infortuni Inail, malattia, maternità, assegni familiari, sostegno al reddito tramite ammortizzatori sociali) è costata 269,6 miliardi al lordo dell'Irpef che grava sulle pensioni a fronte di contributi sociali pagati da aziende e lavoratori per 215,1 miliardi con un autofinanziamento dell' 80% (che sale in anni normali come il 2021 intorno all'86%).

La spesa per gli anziani

Poiché sulle pensioni grava una Irpef di circa 56,19 miliardi il costo effettivo per lo Stato si riduce e il saldo contabile passa da un deficit apparente di 54,5 miliardi a un attivo di 1,7 miliardi. "Dal lato pensioni - avverte lo studio - possiamo dire che la spesa è più che finanziata".

Il Centro di ricerche sottolinea però che "su 16 milioni di pensionati il 48% sono totalmente o parzialmente assistiti perché hanno versato pochi o nulli contributi sociali e quindi poche o nulle imposte dirette e sono totalmente o parzialmente a carico del sistema sociale e di coloro che pagano tasse e contributi".