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Auto elettrica? Un sondaggio svela perché milanesi e lombardi non vogliono comprarla

Nel cuore industriale d’Italia, la rivoluzione green va meglio che in altre regioni, ma è comunque al palo: appena lo 0,9% dei veicoli è elettrico e solo l’8% è ibrido. Eppure l’Unione europea impone lo stop a benzina e diesel entro il 2035

Meno dell'1% delle auto circolanti in Lombardia è elettrica: ed è una delle percentuali più alte tra le regioni italiane

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Milano – Il 2035 si avvicina, ma la Lombardia sembra voler percorrere ancora a lungo le strade con il rombo dei motori a combustione. Nonostante l’Unione Europea abbia fissato il divieto assoluto di vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel, i numeri del parco auto lombardo raccontano una resistenza che mette in discussione l’intero progetto di transizione energetica continentale.

I dati sono impietosi: su un totale di oltre 6,4 milioni di automobili circolanti in Lombardia, appena 57.381 sono elettriche. Un misero 0,9% che impallidisce di fronte ai 3.408.838 veicoli a benzina e ai 1.917.103 a gasolio che dominano incontrastati le strade della regione più industrializzata d’Italia. Un po’ meglio il dato – ma comunque minoritario – delle 579.694 auto ibride. Numeri che confermato il recente sondaggio nazionale condotto da carVertical, che fotografa un’Italia ancora profondamente ancorata ai carburanti tradizionali.

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La ricerca, condotta su scala nazionale, rivela come oltre la metà degli automobilisti non prenderebbe nemmeno in considerazione l’acquisto di un’auto elettrica. Un dato che trova perfetta corrispondenza nella realtà lombarda, dove il tradizionale binomio benzina-diesel mantiene una presa salda sulle preferenze dei consumatori: il 43,8% continua a preferire la benzina, il 38,9% il diesel, mentre solo il 5,6% si orienta verso l’elettrico.

Ma la vera sfida per i policymaker europei emerge dalle intenzioni future: il 51,5% degli intervistati dichiara apertamente di non voler acquistare un’auto elettrica nel prossimo futuro. Solo il 12,2% si dice favorevole, mentre un significativo 36,3% rimane indeciso, in attesa probabilmente di segnali più convincenti dal mercato e dalle istituzioni.

Prezzi elevati, scarsa infrastruttura di ricarica e pregiudizi diffusi sono tra i principali ostacoli alla diffusione dei veicoli elettrici”, spiega Matas Buzelis, esperto del settore automobilistico di carVertical. Una diagnosi che trova riscontro anche nei 32% di intervistati che considerano le auto elettriche troppo costose, seguiti dal 26,7% preoccupato per l’autonomia insufficiente e dal 21,1% che lamenta la carenza infrastrutturale.

A livello nazionale, la Lombardia è comunque la seconda regione, dopo il Trentino Alto Adige, per quando riguarda le ibride benzina – che raggiungono, ricordiamolo, le 527.205 unità – segnalando per lo meno una lenta ma progressiva apertura verso soluzioni alternative. Anche il GPL mantiene una presenza significativa con 390.041 veicoli, mentre il metano si ferma a 52.702 unità, testimoniando come la ricerca di alternative ai combustibili tradizionali proceda a velocità diverse.

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Paradossalmente, chi sceglie l’elettrico lo fa più per convenienza economica che per convinzioni ambientali. Il 47,2% degli intervistati cita i minori costi di utilizzo e manutenzione, il 17,6% le agevolazioni fiscali, mentre solo il 14% è mosso da motivazioni ecologiche. Un dato che evidenzia come la transizione energetica stia procedendo su binari pragmatici piuttosto che ideologici.

Gli incentivi governativi, pur dimostrando una certa efficacia, rivelano tutta la loro fragilità: alla loro sospensione, le vendite crollano sistematicamente. Germania e Svezia ne sono esempi lampanti, con vendite di veicoli elettrici precipitate dopo l’eliminazione dei sussidi.

La concorrenza cinese, intanto, sta ridisegnando gli equilibri europei. BYD ha superato Tesla nelle vendite di aprile 2025 con un incremento del 359%, nonostante i dazi europei. Un segnale che il mercato elettrico si sta muovendo, ma su dinamiche che sfuggono ancora al controllo delle politiche continentali.

Con Milano che amplia le zone a basse emissioni e l’Italia che chiede maggiore flessibilità all’Europa temendo ripercussioni economiche, la Lombardia si trova al centro di una contraddizione: pioniera dell’innovazione industriale, ma ancora legata a un modello di mobilità che l’Unione europea vorrebbe superare entro il 2035.