LUCA BALZAROTTI
Economia

Soffocati dai debiti, imprenditori al capolinea: uno su cinque è lombardo

Nei primi sei mesi liquidato ai creditori il patrimonio di 1.023 titolari di aziende. Il trend continua a crescere: 480 casi tra gennaio e marzo, 543 tra aprile e giugno

Rispetto a un anno fa il secondo trimestre si è concluso con il 9% di liquidazioni in più

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Milano, 9 agosto 2025 –  Un’impresa su cinque soffocata dai debiti è lombarda. Sono 543 sulle 2.712 aziende del territorio nazionale che nel secondo trimestre dell’anno hanno visto liquidare il patrimonio del titolare, il 9% in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Il 20% delle procedure ha riguardato attività con sede nella locomotiva d’Italia sempre più affaticata.

Il primo semestre, secondo l’ultimo aggiornamento di Cribis - società del gruppo Crif specializzata nel fornire informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese - si è chiuso con 1.023 liquidazioni giudiziali in Lombardia. Un trend che mese dopo mese ha continuato a crescere visto che il primo trimestre si era fermato a 480. Da gennaio a giugno, in provincia di Milano sono stati 460 gli imprenditori chiamati a soddisfare i creditori in base alle norme introdotte nel 2022 dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Al secondo e terzo posto si sono classificate la provincia di Brescia (139) e la Bergamasca (91); Monza e Brianza con 85 casi e Varese con 61 hanno completato la graduatoria dei primi cinque territori più colpiti. Cremona con 46 procedure ha preceduto Pavia a quota 38 e Como (30). Lecco (15) e Sondrio (8) hanno appesantito ulteriormente il quadro dell’Alta Lombardia, mentre Mantova (26) e Lodi (22) quello delle province dell’area più a sud.

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“L’aumento delle liquidazioni giudiziali nel secondo trimestre 2025 evidenzia le difficoltà che molte imprese stanno affrontando in un contesto economico ancora fragile – analizza Marco Preti, amministratore delegato di Cribis –. L’inflazione che continua a rimanere alta, insieme alle nuove tensioni nel commercio globale, crea rischi concreti: dazi e misure protezionistiche potrebbero frenare le esportazioni e interrompere le catene di approvvigionamento. Le imprese più colpite saranno quelle di piccole e medie dimensioni maggiormente legate ai mercati internazionali”.

A subire i contraccolpi più pesanti sono state le imprese attive nel commercio, con un incremento del 16% delle liquidazioni tra il primo e il secondo trimestre. Seguono l’edilizia e il settore del servizi. A livello territoriale, il maggior numero di liquidazioni giudiziali nel secondo trimestre si è concentrato in Lombardia (543), che si conferma la regione più colpita, seguita dal Lazio (400) e dall’Emilia-Romagna (239). Queste tre aree rappresentano una parte rilevante del totale nazionale (43,5%), conseguenza sia dell’alta densità imprenditoriale, sia della maggiore esposizione a fattori macroeconomici critici.