
Sembra di essere in un borgo di campagna: polo culturale, luogo di ritrovo, crocevia di pratiche virtuose
Non c’è trucco. È tutto vero, anche se – certo – fa un po’ specie imbattersi in un vecchio borgo agricolo appena al di qua della “circonvalla” e avere la sensazione di non essere in piena campagna, insomma fuori Milano, ma soli a pochi passi da Porta Romana, dalle Mura Spagnole e dal centro. Meglio così, perché in agosto doversi muovere tra enigmi, abracadabra e rimandi diventa faticoso e pure noioso. Basta limitarsi a ricordare il sortilegio di Cascina Cuccagna che una manciata di anni fa era tornata a rivivere dopo tanto abbandono diventando polo culturale, luogo di ritrovo, crocevia di pratiche virtuose.
E il resto, viene da sé. Come l’istintivo desiderio di sapere se l’avviso “close” che a Milano campeggia un po’ ovunque sia stato appiccicato anche qui. Certo che no. Perché le location speciali restano tali anche in piena estate. E allora, superare il grosso gate d’ingresso diventa un’ottima occasione per trasformare la naturale curiosità della prima volta in esplorazione, notando le porticine che si aprono su attività artigianali, le scale che portano alla foresteria, il frutteto che si prende la scena, il giardino versione estiva attrezzato con sdraio che pare di essere in Riviera. E l’atmosfera da festa no-stop (dalle 9 a mezzanotte per l’intero mese) che rivela molto di questo cammeo della metropoli capace di segnalarsi per l’inserimento di persone con fragilità (ad esempio con la comunità “Il Gabbiano”) e per la promozione di campus per bambini, di un food hub per la distribuzione gratuita di alimentari a famiglie in difficoltà e di un laboratorio di sartoria per detenute (o ex). Tanta roba. E nei prossimi giorni alla programmazione tradizionale andrà ad aggiungersi un’invidiabile serie di chicche. Da dove cominciare? Dalle serate come quelle del mercoledì con l’offerta di birre speciali a soli 4 euro e con i concomitanti Stand Up Comedy e Comedy Poetry Slam. Ma senza scordare la ricca proposta gourmet di Ferragosto tra i tavoli del ristorante “Un Posto a Milano” firmato da Nicola Cavallaro: un menù da 52 euro che viaggia tra una serie di antipasti selezionati (ottimi le Papacelle, peperoncini dolci farciti con tonno), i ravioli ripieni di burrata, la selezione di carni alla griglia e il gran finale con crostatina, mini cannolo e sua maestà l’anguria.
Certo, servono eventi speciali per marcare in modo solenne la giornata del 15. E se è vero che a Cascina Cuccagna le idee non scarseggiano, spicca quella di un concerto serale di jazz “Ray Charles is still alive” in due diverse sessioni (alle 19,30 e alle 21,30, ingresso libero. Per prenotare un tavolo: info@unpostoamilano.it) per celebrare il “genio” del soul e della black music, evocato dalla band ispirata al progetto “Root Area” e dalle esibizioni del talentuoso sassofonista elvetico Christoph Grab (sax tenore) assieme a Nicole Johantgen (sax tenore e soprano), Maurizio Marsico (hammond) ed Elmar Frey (alla batteria). Sullo sfondo (e da settembre), gli appuntamenti che sembrano volere stimolare forme di aggregazione che nella grande città sembrano essersi smarrite o quantomeno affievolite. Tra le altre, i laboratori per educare grandi e piccini a coltivare l’orto organizzati dai volontari del Gruppoverde (ogni martedì del mese, dalle 9,30 alle 12,30).
E l’atelier “Magliando” (ogni giovedì dalle 15,30 alle 18,30), esperienza Social Knitting guidata da un gruppo di donne appassionate dell’arte di sferruzzare in compagnia. Subliminale. Nella Milano superba e glamour ma anche in piena crisi da ingordigia immobiliare, la testimonianza di Cascina Cuccagna come piccolo ma esemplare presidio di resilienza e socialità.