
Teresa Pomodoro
Milano, 17 ottobre 2023 – In via Orcagna , a Milano, c’è un teatro dove non bisogna pagare il biglietto per entrare. Dove tradizioni e costumi diversi si incontrano con gentilezza e dialogano con il pubblico. Si chiama No’hma, prende il nome da due parole greche – noùs (intelletto) e àima (sangue) –, ed è stato fondato nel 1994 dalla drammaturga Teresa Pomodoro. Dopo la sua scomparsa, nel 2008, è presieduto e diretto dalla sorella, Livia (nella foto), che ne ha raccolto l’eredità coltivando il sogno di mettere a disposizione dei pensieri altrui un luogo in cui potessero esprimersi liberamente.
Un progetto di inclusività culturale, il suo, che a ogni nuova stagione teatrale – questo mese inizierà la sedicesima, intitolata “In Viaggio“ – ci ricorda che non bisogna avere paura del diverso, che siamo tutti esseri umani e che, in quanto tali, le differenze che ci attraversano sono meritevoli di essere esplorate: visitando un paese straniero, o semplicemente andando a teatro.
“Il programma 2023-2024 sarà ricchissimo", promette Livia Pomodoro, pronta per lo spettacolo di apertura del 26 ottobre, che alle 21 ospiterà sul palco il Canzoniere Grecanico Salentino, un gruppo di musica popolare formatosi in Puglia. "Sarà l’inizio – precisa la presidente – di un percorso che faremo insieme fino alla sera dell’11 luglio del prossimo anno", data dell’appuntamento finale. Nel mezzo: più di sessanta spettacoli e quattro rassegne, compresa la nuova edizione del Premio Internazionale in memoria di Teresa Pomodoro, partecipato da quattordici compagnie teatrali provenienti da diversi paesi del mondo.
Presidente Pomodoro, a luglio è iniziato “In Cammino”, il viaggio nelle abbazie europee da lei ideato, destinato a proseguire fino al 2025, anno del Giubileo. Da dove nasce questo suo impegno?
"È un percorso di relazioni con le realtà locali che si nutre dell’incontro con altre persone. Vorrei sottolineare come questo peregrinaggio, che ci ha già portati a fare tappa a Canterbury nel Regno Unito e all’Abbazia di Chiaravalle in Italia, abbia un messaggio profondo: ritrovare l’identità dell’Europa in un futuro di armonia".
Tra pochi giorni si aprirà “In Viaggio“, la nuova stagione del teatro No’hma. Con quale spirito riprendete?
"Proseguiamo il cammino intrapreso, reduci dal trionfo dell’anno scorso. Il nostro desiderio è quello di continuare a immaginare un futuro diverso e migliore, attraverso la musica, il canto, la danza. Il Premio Internazionale, inoltre, è ormai diventato il nostro palcoscenico internazionale: un’occasione straordinaria di confronto".
C’è un filo che lega fra loro i prossimi spettacoli a quelli precedenti?
"Ogni stagione teatrale è come un anello che si concatena al precedente. C’è una continuità intellettuale e di pensiero che ci accompagnerà sempre. È quello che mia sorella chiamava il “Terzo occhio”: cioè la capacità di vedere oltre in nostri confini".
Quali momenti di intensa felicità le restituisce il suo lavoro?
"Mi dà profonda gioia vedere i numerosi giovani che frequentano il teatro commentare gli spettacoli a fine serata. In questi casi, mi allontano sempre velocemente: noi abbiamo dato, quello è il loro momento. Ed è una cosa bellissima".
Cosa la motiva nella sua attività quotidiana?
"Il teatro è senso di sacrificio legato alla curiosità, alla conoscenza, al senso di responsabilità nei confronti del mondo. È questo l’aspetto più significativo e interessante del lavoro che facciamo tutti insieme".