DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Simone Cristicchi interroga gli alberi: "Un viaggio mistico. E ora torno in tour. Politica? La faccio in ogni singolo progetto, ma non voglio etichette”

Il cantautore alla Milanesiana con Amara: "Cerco di unire natura e spiritualità. Il pubblico vibra con me". “Vengo da un passato di sinistra ma dopo essere stato attaccato dai miei “compagni“ ne sono uscito disilluso. Non abbraccio nessun tipo di visione, mi muovo per istinto"

Simone Cristicchi protagonista di La Milanesiana ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi e la Rosa di Franco Battiato simbolo della rassegna

Simone Cristicchi protagonista di La Milanesiana ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi e la Rosa di Franco Battiato simbolo della rassegna

Milano – Un dialogo con la natura. In centro a Milano. Tensione spirituale fra cielo e terra a La Milanesiana, la rassegna ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi: stasera alle 21 allo Studio Legale LCA di via Moscova arriva “Lo chiederemo agli alberi“, spettacolo fra musica e parole di Simone Cristicchi. Con lui Amara, che leggerà alcune pagine del suo libro "La certezza di essere viva".

Cristicchi, ma cosa dobbiamo chiedere agli alberi?

"Il tema è il ritorno a Madre Natura, intesa come grande libro di eterna saggezza cui guardare come un sapere primordiale. Qui rappresentato dalla metafora dell’albero: forte e strutturato grazie alle radici piantate nel terreno, ma anche teso verso il cielo attraverso i rami. È un simbolo di resistenza. E di un possibile equilibrio fra spirito e materia. Ma sul palco condivido anche una riflessione legata all’allodola, uccello tanto amato da San Francesco".

È lei a svegliarci la mattina.

"Diciamo a cantare il nuovo giorno. A indicarci una quotidiana speranza".

Perché questo ritorno alla natura?

"La riflessione nasce dal piacere di frequentare luoghi distanti dalla civiltà, come da anni alcune baite del Trentino-Alto Adige. A ciò si aggiungono esperienze più strettamente spirituali: la scoperta di eremi e monasteri, il confronto con un’umanità ferita o isolata come le suore di clausura. Due mondi – natura e spiritualità – che cerco da tempo di unire sul palco".

Quanto è potente quel tipo di ricerca spirituale?

"Fa girare la testa. Sono percorsi che iniziano da un’indagine dentro di sé, nelle proprie oscurità. Ma non è una forma di psicanalisi, dove a volte cercare l’origine di alcuni fenomeni, il nostro passato, rischia di farci impantanare. Nella mistica salti tutto questo per muoverti in direzione del divino, avvicinandoti all’invisibile e all’assoluto. Come se puntassi dritto alla luce".

Che momento è per la carriera?

"Credo un periodo di maturità, testimoniato dall’ultimo album e dal successo a teatro. L’ultimo Sanremo mi ha riportato a una dimensione musicale: il 12 luglio partirò per un tour, cosa che non mi succedeva da anni".

Emozionato?

"Parecchio. Fare la scaletta è come ripassare la propria vita artistica, scegli quali canzoni tenere perché ancora risuonano forti e quali lasciare andare".

Nonostante il respiro spirituale, lei crea sempre un po’ di frizione...

"Non credo. Dipende dal piano di realtà da cui osserviamo le cose. Come era successo nel 2019, a Sanremo ho eliminato qualsiasi social per non avere interferenze, positive o negative. E anche grazie a questa disconnessione mi sono divertito molto, godendomi quelle giornate. Per il resto faccio il mio lavoro con coerenza, la libertà mi ha sempre creato qualche problema ma rientrano nelle dinamiche legate alla popolarità".

A livello politico continua a dichiararsi senza etichette?

"Sempre. Vengo da un passato di sinistra ma dopo essere stato attaccato dai miei “compagni“ ne sono uscito disilluso. Oggi faccio politica in ogni singolo progetto. Perché è questa la natura dell’arte. Ma non abbraccio nessun tipo di visione, mi muovo per istinto".

Il pubblico?

"Vibra con me, insieme facciamo gli spettacoli. Gli spettatori sono le mie vere visualizzazioni. E il teatro è la mia isola e il mio rifugio".