DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

LAC indaga sulle Vite parallele: "Letteratura, un esempio di vita"

Il direttore Carmelo Rifici annucia la stagione: fra le numerose novità “The Employees“ di Twarkowski

Il direttore Carmelo Rifici annucia la stagione: fra le numerose novità “The Employees“ di Twarkowski

Il direttore Carmelo Rifici annucia la stagione: fra le numerose novità “The Employees“ di Twarkowski

Lugano, Italia. Almeno per quanto riguarda il teatro. Che quando si parla del LAC sembra ormai di avere a che fare con uno dei palcoscenici milanesi. O quasi. Merito della direzione di Carmelo Rifici, che in questi anni ha saputo sviluppare una visione culturale capace di incuriosire (molto) anche oltre confine. E di dialogare spesso qui in città con realtà differenti, sostenendo coproduzioni e progettti indipendenti. Si capisce allora come mai la nuova stagione ticinese dedicata alle Arti Performative sia da tempo osservata con attenzione.

Per segnarsi in agenda gli appuntamenti più importanti, certo. Ma anche per cogliere spunti, tensioni critiche, intuizioni. In questo caso sotto il claim plutarchiano "Vite parallele": 73 titoli, 19 produzioni, per ribadire la vocazione multidisciplinare del LAC, di cui cade anche il decennale. Teatro, tanto teatro. A cui si aggiungono diversi percorsi tematici: dalle proposte per le famiglie alla danza, dai musical all’opera. Senza contare ad ottobre il consueto sguardo sul contemporaneo del seguitissimo FIT Festival, diretto da Paola Tripoli. Dove si vedrà anche l’atteso "Dittico della bufera" dello stesso Rifici, un doppio Cechov nato all’interno di un progetto d’alta formazione. "Ho deciso di intitolare la stagione Vite parallele – spiega il direttore artistico – per sottolineare il bisogno di fare della vita umana uno strumento che solo la letteratura può trasformare in esempio, in monito, metafora e simbolo. Come fosse la creazione di un nuovo patto di fiducia con la parola letteraria".

Fra i titoli internazionali "The Employees" di Twarkowski già autore dell’acclamato "Rohtko", da poco fra gli artisti associati del Piccolo; Milo Rau con il disturbante "Medea’s Children"; "Three Times Left is Right" di Julian Hetzel, sempre trasversale nello sguardo.

Fra le produzioni si fanno notare VicoQuartoMazzini con "I miei stupidi intenti", dal romanzo di esordio di Zannoni; il Riccardo III di Latella con Vinicio Marchioni; "Fear no more" di Francesca Sangalli, affascinante flusso di coscienze ispirato a Mrs. Dalloway per la regia di Simona Gonella; Gardi Hutter, i Trickster-p, Michele Di Stefano. E poi le ospitalità: Alessandro Serra, Popolizio, la Bovary di Cordella dopo l’ottimo Williams di quest’anno, Latini, i Sotterraneo, Emma Dante. C’è perfino il Fantozzi di Livermore.

Vien quasi da fare l’abbonamento. Vite (e città) parallele.