Da un mercatino delle pulci, seminascoste tra cartoline e altri cimeli, sono emerse oltre duecentocinquanta ricette fitoterapiche del 1600.
È stato un appassionato di storia antica a scovarle e ad acquistarle strappandole magari a una discarica. Paolo Ceredano le ha conservate per più di quaranta anni, poi l’anno scorso, dopo aver sostenuto e superato un esame di Storia di filosofia medievale, ha offerto alla docente che si occupa di storia del pensiero filosofico e scientifico in età tardoantica, medievale e umanistica, con particolare attenzione per la storia della medicina, una di quelle prescrizioni datate 1678.
"Ho detto che non avrei potuto accettare un regalo tanto prezioso - ha spiegato la professoressa Gabriella Zuccolin - e lo studioso mi ha risposto che aveva almeno altre duecentocinquanta ricette". Si è cominciata a tratteggiare così la storia affascinante di una donna misteriosa, la contessa Scaramella di Frossasco, piccolo centro che si trova vicino a Pinerolo. Tutte le ricette, infatti, sono state preparate da un anonimo medico condotto per la contessa.
"Le prescrizioni non erano tutte per la contessa cagionevole di salute - ha aggiunto Zuccolin - ed è ben specificato. Ci sono ricette per il conte, ma anche per il giardiniere, la sarta e il figlio del giardiniere.Questo racconta tanto di come la donna si prendesse cura di tutta la casa, ma anche delle conoscenze mediche che alcune donne possedevano pur non potendo ancora accedere alle facoltà di medicina".

Scritte in latino, le ricette non potevano essere comprese da chi non aveva una formazione culturale. È probabile, quindi, che Scaramella avesse a cuore il benessere della sua famiglia e anche quello di chi lavorava per lei e si preoccupasse di individuare le erbe da raccogliere per preparare le tisane.
"Tutte le ricette sono piuttosto corte - ha aggiunto la docente -, scritte su fogli che ora abbiamo catalogato e protetto perché non andassero perdute. Due sono, invece, le ricette più lunghe: una riguarda l’ “acqua divina” e un’altra era una prescrizione per curare un’epidemia di peste bovina che effettivamente ha imperversato in quell’epoca".
Le altre prescrizioni come la “tisana regia” fatta con tamarindo, coriandolo, anice, pimpinella, solfato di soda oggi sarebbero difficili da preparare perché non tutte le erbe si trovano facilmente.
"In epoca passata - ha proseguito la docente Gabriella Zuccolin - ci si è sempre curati con le erbe. Erano i cosiddetti rimedi della nonna".