
Ferdinando Arnò
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Viaggio nella vita segreta delle piante. Oltre ad aver ispirato una celebre colonna sonora di Stevie Wonder alla fine degli anni Settanta, gli studi di Peter Tompkins e Christopher Bird sulla botanica “cosciente” di un sistema biologico che comunica, percepisce e memorizza gli eventi hanno spinto il compositore e produttore Ferdinando Arnò ad elaborare quel “Canto della vite di primitivo” presentato dieci giorni fa in live streaming su YouTube dalla vigna di una masseria salentina con l’apporto dell’Orchestra tarantino ICO Magna Grecia diretta dal Maestro Piero Romano. A parlarne è lo stesso compositore pugliese trapiantato da quarant’anni a Milano, autore e produttore di musiche per campagne pubblicitarie, oltre che titolare della casa di produzione Quiet, please!. Quanto ha inciso il volume di Tompkins e Bird sulle sue scelte? "Molto. Nel 1979 il film-documentario che il regista Walon Green trasse da ‘Vita segreta delle piante’ mi colpì molto, grazie anche alle bellissime canzoni di Wonder e alla dolcezza che permeava un po’ tutta la narrazione; quella stessa sensazione che ho cercato di riprodurre nel mio lavoro". Com’è nato il progetto di dar voce al vitigno? "Ho reperito sul mercato web apparecchiature molto efficaci nel convertire l’impulso elettrico emesso dalle piante in onde sonore e con quello ho dato vita ad un linguaggio-base - una melodia diatonica che può cambiare da un’armonia maggiore o minore sempre più o meno della stessa tonalità - sviluppato poi con l’orchestra". Nel suo quartier generale in zo na De Angeli, definito da Kanye West “l’unico studio di registrazione al mondo che sembra un negozio di Prada”, a cosa sta lavorando? "Sto realizzando per la campagna pubblicitaria di una piattaforma satellitare con Bobby Solo, Annalisa, Piero Pelù e Colapesce, di cui sono pure editore. Ma ho pure riarrangiato, e fatto ricantare a Noa, “La vita è bella“". Ha qualche altro ambizioso progetto di ricerca? "Sì, far ‘suonare’ le skyline delle città. Ovviamente si tratta di una mediazione artistica, ma molto efficace. Ho iniziato con alcuni borghi pugliesi quali Melpigniano, Alberobello, Poligniano a Mare, per poi passare, col patrocinio dell’Unesco, a Firenze". Ma come si fa a tradurre in suono il profilo di un paese o di una città? "Prendi una foto, unisci le linee dei tetti, converti la linea in un’onda sonora che diventa così la sequenza di note su cui poi costruisci il brano". Dovendo far “suonare” un panorama urbano lombardo quale sceglierebbe? "Sicuramente quello di Milano, partendo dal Duomo e dalle sue guglie sono convinto che riuscirei ad ottenere qualcosa di molto barocco".