Più della metà delle donne lombarde ha subìto violenze: in aumento gli abusi psicologici

I risultati della ricerca commissionata dal coordinamento femminile dello Spi Lombardia. Umiliazioni, pesanti insulti e mancanza di ascolto le vessazioni più comuni, molestie fisiche a parte

Milano, 13 novembre 2023 – Ben più della metà delle donne lombarde ha subito, nel corso della sua vita, una forma di violenza. Il dato emerge da una ricerca commissionata dal coordinamento donne dello Spi Lombardia, la sezione pensionati della Cgil, dal titolo “Le forme di violenza di genere nella popolazione anziana”. 

Nel documento sono elencate anche le tipologie di violenza più frequenti: il 30,5% delle intervistate ha dichiarato di essere stata vittima di una qualche forma di violenza sessuale, il 24,6% ha sostenuto di essersi sentita ignorata e non ascoltata almeno una volta nella propria vita e il 19% ha detto di essere stata in qualche modo umiliata davanti ad altre persone.

Manifestazione contro la violenza sulle donne (Archivio)
Manifestazione contro la violenza sulle donne (Archivio)

La panoramica

La ricerca si propone di indagare la violenza di genere nelle sue diverse forme adottando una duplice prospettiva, quella delle donne e quella degli uomini. “Molti uomini – afferma Erica Ardenti, coordinatrice Donne Spi Lombardia – mettono in atto comportamenti di violenza; non solo fisica ma anche verbale e psicologica, di cui nemmeno si rendono conto. Per questo, se vogliamo avviare quella profonda ‘rivoluzione culturale’ di cui sempre più parliamo, dobbiamo cominciare da una discussione con gli uomini per lo meno nel mondo degli adulti. Con i più giovani si tratta invece di mettere in atto pratiche educative innovative."

Stereotipi e pregiudizi

Sia in Italia sia in Lombardia, nel complesso i pregiudizi più comuni rimandano a stereotipi sulla violenza sessuale e a stereotipi legati alla tradizionale suddivisione dei ruoli familiari in base al genere.

Per il 48% dei lombardi, infatti, le donne che non vogliono un rapporto sessuale riescono a evitarlo (a fronte di un 50% del dato nazionale). Il 13% degli intervistati, invece, sostiene che gli uomini sono meno adatti ad occuparsi delle faccende domestiche (contro il 15% del dato nazionale).

La questione età

Per quanto riguarda il tema dell’ageismo, le principali forme di pregiudizio vissuto dal nostro campione in base all’età anagrafica sono: digitale, ovvero far sentire una persona anziana inadeguata nell’utilizzo di strumenti digitali; da mass media, ovvero la svalorizzazione della persona anziana nel dibattito pubblico; sanitario, ovvero il far sentire una persona anziana un peso per le richieste di attenzione in ambito medico-ospedaliero.

L’indice di ageismo è basso ma si mostra relativamente più alto per le donne soprattutto più anziane, nei profili di benessere più bassi e in Lombardia anche per i titoli di studio più bassi. Il 25,3% degli anziani lombardi, infatti, si è sentito inadeguato nell’utilizzo dei nuovi strumenti digitali, di questi il 27% è rappresentato donne.

Le forme di violenza

L’analisi ha suddiviso schematicamente le forme e le fattispecie di violenza osservate in: pressioni di natura psicologica; offese e critiche; dipendenza economica; comportamenti persecutori; minacce e aggressioni fisiche; minacce e aggressioni sessuali; abbandono e negligenza.

Confrontando le prospettive, si evince come a fronte del 64,8% delle donne che ha subito almeno un comportamento violento nell’arco della vita (il 60,3% in Lombardia), si rileva il 32,8% di uomini che ha messo in atto un comportamento violento. Per le donne, si riscontra una maggiore percentuale di chi ha subito da parte degli uomini più di una forma di violenza (44,6% a fronte del 20,3% con solo una forma).

Il dato conferma come le violenze nei confronti delle donne prendano forma dentro storie e biografie di violenze non solo reiterandosi nel tempo ma anche assumendo diverse forme e modalità. 

Le vessazioni più comuni

La violenza fisica – molestie o aggressioni sessuali – si attesta tragicamente ancora al primo posto della triste classifica. A livello nazionale il 32,4% delle intervistate dichiara di averne subite, mentre Lombardia la percentuale scende al 30,5%.

Sono sempre più sfaccettati, d’altra parte, i risvolti delle violenze psicologiche. Il 26,9% delle intervistate dichiara di essere rimasta spesso inascoltata o addirittura ignorata, il 24,4% delle risposte indica situazioni di reiterato e accanito insulto.

Il 22% del campione nazionale sostiene di essersi sentita limitata, almeno una volta, nei rapporti con famiglia e amici, mentre il 21,9% dichiara di essere stata umiliata pubblicamente.

I dati nazionali non si discostano troppo dalla nostra realtà regionale: il 24,6% delle lombarde ha dichiarato di essersi sentita ignorata, il 19% di essere stata umiliata, il 18,9% di essere stata pesantemente insultata, il 17,7% di essersi sentita limitata nei rapporti con amici e famiglia.

Molestie sul lavoro

Fra i dati più allarmanti c'è quello che riguarda le più giovani che ancora lavorano. “Il 14,7% dice di subire violenze e molestie sessuali sul luogo d'impiego – afferma Ardenti - Un dato che in Lombardia si attesta sul 13,8%. C’è molto lavoro da fare."