A Milano è sempre più allarme sicurezza. E la cartina tornasole del disagio che aleggia tra cittadini e cittadine è l’ondata di denunce che ormai sta travolgendo i social, TikTok in particolare. Dopo il caso di Meg, la ragazza che ha evitato un’aggressione solo grazie all’intervento di un taxi, e quello delle giovani salvate sempre da un tassista in Corso Como, sempre più donne stanno trovando il coraggio di raccontare gli episodi di violenza, fisici e verbali, di cui sono costantemente vittime.
I dati sulle violenze sessuali a Milano
I dati, del resto, confermano quella che per alcuni è soltanto una percezione dovuta in primis alla sovraesposizione mediatica: nel 2022 sono state 416 le denunce di violenza sessuale solo per quanto riguarda Milano, un bilancio che sale a quasi 600 se si allarga l’area considerata all'intera provincia. E i casi in cui le violenze si consumano nei locali o addirittura in strada sono in netta crescita.
Il trend di denuncia su TikTok
Una situazione che per troppo tempo è stata sottostimata e che ora sta letteralmente esplodendo. Dopo che il video di Margherita De Pompeis è andato virale su TikTok, con oltre 7,5 milioni di riproduzioni, è nato un nuovo trend sotto gli hashtag #milanopericolosa e #sicurezzaamilano in cui ragazzi e ragazze di tutte le età raccontano delle violenze di cui sono stati vittime, spesso facendo partire la loro denuncia con qualche secondo del video di Itsnotmag_ (il nome su TikTok della De Pompeis).
Le testimonianze delle ragazze
“Spesso per lavoro devo uscire di casa la sera. Per non farmi rovinare la serata da molestie ho deciso che dopo le 20 mi muovo solo in taxi. Non uso i mezzi, non vado a piedi, neanche se devo fare un chilometro, mi muovo esclusivamente in taxi”, queste le parole affidate a un video pubblicato su TikTok da Camilla Manfredini (Cherrieleader2.0) che pone l’accento su due problemi conseguenti alla scelta di muoversi solo con le auto bianche: “La sicurezza non può essere un privilegio. Spendo 300€ di taxi al mese: una studentessa come fa a permettersi certe cifre? Con quello che costa vivere a Milano poi. Il secondo problema è che, anche avendo la disponibilità di spendere, non ci sono abbastanza taxi. Più di una volta mi è capitato di doverlo aspettare per più di 20 minuti, in strada, da sola, pur provando a usare tutte le app a disposizione e stando al telefono col centralino”.
Poi il concetto, alla base dell’ondata di denunce: “Non ho una soluzione per questo problema, ma se ci facciamo sentire attraverso i social e ci rendiamo fastidiosi magari verremo ascoltati”. Un concetto preso al balzo da tantissime altre ragazze che hanno travolto la piattaforma con le denunce più disparate: “Salendo le scale della metro ho sentito qualcuno che mi tirava fortissimo il vestito, tanto che sul momento ho pensato di rimanere nuda”, racconta Soloeleonoraslife ai suoi 140mila followers. “Sul momento ho pensato fosse uno scherzo di una mia amica. Poi mi sono girata e mi sono trovata davanti un ragazzo che mi mostrava la foto appena scattata alle mie parti intime”. È ambientato in metropolitana, in pieno giorno, anche il racconto di Sabrina Felician: “Sono salita a Istria sulla Lilla, ero solo sulla banchina con due ragazzi. Appena sono scesa dalle scale mobili mi hanno bloccato ogni via di uscita e hanno iniziato a fare apprezzamenti sul mio fisico. Si sono tolti la maglia e hanno iniziato a dirmi, ridendo, ‘hai paura di noi? Sai che possiamo farti paura…’. Grazie al cielo la metro è arrivata e sono scappata. Non mi hanno sfiorata ma ho avuto tanta paura”.
I consigli “per salvarsi”
Su TikTok, contestualmente alle video denunce su abusi fisici o verbali, sono comparsi anche molti tutorial collegati al problema sicurezza a Milano che danno consigli su “cosa fare quando ci si sente in pericolo” o “cosa fare per salvarsi”: dai consigli più “tecnologici” come le chiamate di emergenza che partono a seconda della combinazione di tasti premuta, fino al messaggio automatico che avvisa un destinatario scelto precedentemente dell’arrivo a casa. Ma sul web circolano anche liste con consigli più “tradizionali” come non girare mai da soli, guardarsi costantemente intorno o evitare alcune zone (le più citate sono Centrale e le fermate della metro limitrofe).