Varianti Covid, quali sono e quante. Facciamo un po' di chiarezza

Le mutazioni del Covid-19 rischiano di vanificare gli sforzi e i sacrifici per contenere la diffusione del virus

Ricerca contro il Covid (Ansa)

Ricerca contro il Covid (Ansa)

Milano, 17 febbraio 2021 - Covid, in Italia è incubo varianti. Preoccupa molto la diffusione sul territorio nazionale delle mutazioni del Covid-19 'importate' dall'estero, che risultano molto contagiose e rischiano di vanificare gli sforzi e i sacrifici fatti finora per contenere la diffusione del virus. I ceppi fin qui individuati sono quattro: inglese, brasiliano, sudafricano, scozzese e, novità di ieri, la 'mutazione napoletana'. C'è poi il caso della variante scozzese, che sarebbe una variante della variante, in questo caso mutuata da quella inglese. 

Variante inglese B.1.1.7 

Arrivata sul continente attraverso la Svizzera, è la più diffusa in Italia: è segnalata ormai in quasi tutte le regioni e, forte di una contagiosità molto alta, si propaga rapidamente: in Campania l'incidenza è salita dal 7 al 20% nel giro di un paio di settimane. In Lombardia, dove rappresenta il 30% dei tamponi positivi e presto potrebbe salire al 60-80%, l'insorgere di focolai di variante inglese ha portato la Regione a mettere quattro Comuni in zona rossa da oggi alle 18. Un'altra regione colpita duramente dalla variante inglese è l'Umbria, ormai quasi per due terzi zona rossa. 

Variante brasiliana P1

Meno diffusa di quella inglese, è presente soprattutto al centro Italia, in particolare in Umbria e Abruzzo. Preoccupa perché, dai primi studi, sembrerebbe più resistente alle terapie e ai vaccini fin qui sviluppati. 

Variante sudafricana B.1.351

Poco diffusa in Italia, è guardata con molta attenzione dal mondo scientifico perché sembrerebbe la versione più aggressiva del Covid. Sei casi di mutazione sudafricana sono stati segnalati in Alto Adige, uno in Liguria. 

Variante 'napoletana' B.1.525

Individuata nell'ambito di una ricerca dell'Istituto Pascale e dell'Università Federico II di Napoli, è ancora semi-sconosciuta. Finora, infatti, ne sono stati individuati soltanto 32 casi in Gran Bretagna e pochi altri casi sparsi in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti. Sembrerebbe simile a quella inglese

Variante scozzese N439K

Il pimo caso italiano della mutazione scoperta per la prima volta in Scozia risalirebbe a una settimana fa, a Trieste, mentre altri due casi sarebbero stati individuati in provincia di Varese. Pochi i dati a disposizione della comunità scientifca, ma sembrerebbe assodato che la mutazione sia avvenuta dal virus inglese: ci si trova dunque di fronte a una variante della variante.