
L’evasione fiscale costa al Paese 93 miliardi all’anno
Milano – Dai 398mila euro di Milano ai 19 euro di Treviglio c’è un elenco ancora troppo breve di Comuni che hanno ricevuto un contributo dallo Stato per essersi impegnati attivamente nella caccia agli evasori fiscali. Secondo i dati del Ministero dell’Interno elaborati dall’Ufficio Studi della Cgia, solo 76 sindaci su 1.502 in Lombardia hanno dato mandato agli uffici di verificare chi nel 2023 non avesse pagato le tasse. Un impegno per il quale sono stati rimborsati nel 2024 con un trasferimento di risorse pari alla metà di quanto hanno permesso di recuperare all’Erario. Si tratta del 5% degli amministratori, poco più del 4% a livello nazionale (296 su 7.000). Anche per questo dal prossimo anno si torna all’antico: ai Comuni che collaboreranno sarà garantito un trasferimento da Roma pari al 100% dell’evaso recuperato, come accadeva tra il 2012 al 2021. Un ulteriore incentivo per allungare l’elenco di chi vorrà impegnarsi a contrastare una piaga che al Paese costa 93 miliardi all’anno.
I capoluoghi più virtuosi
Gli ultimi accertamenti a cui hanno contribuito gli enti locali hanno scovato soltanto 6 milioni elusi tra Irpef, Ires, Iva, imposte di registro o ipotecarie e catastali, gli ambiti in cui la legge chiede ai sindaci di collaborare. Tra i capoluoghi Milano è stato il più virtuoso: nell’ultimo anno ha incassato 397.991 euro, 30mila euro in più rispetto all’anno precedente. Lodi, seconda, si segnala per il miglior incremento: da 21.503 euro a 157.436. Terza è Brescia con un contributo di 94.064 euro (33.609 nel 2023) davanti a Bergamo con 69.727 euro (52.483 nel 2023). Le grandi cifre si fermano qui: la quinta città è Cremona con 7.924 euro, seguita da Pavia (3.245 euro), Varese (1.691) e Mantova (525). A Monza, Sondrio, Como e Lecco non risulta alcun trasferimento.
I possibili motivi
Secondo l’Ufficio Studi della Cgia le ragioni della scarsa partecipazione all’attività di recupero dell’evasione fiscale sono diverse. In parte si giustificano - si legge nella relazione - con la carenza di personale qualificato a redigere un’istruttoria puntuale all’Agenzia dell’Entrate e con gli organici ridotti nei municipi. In parte con la scelta di dirottare le risorse umane disponibili al recupero delle tasse che entrano nei bilanci comunali (Imu e Tari su tutte). L’altra faccia, invece, è quella dei centri di medie e piccole dimensioni virtuosi. Al 25° posto a livello nazionale, ad esempio, si trova Nuvolento, poco più di 3mila abitanti (Brescia): nel 2024 ha ricevuto oltre 24.400 euro.