Quando arriverà il vaccino Johnson & Johnson in Italia? Prime dosi ad aprile

Quattro milioni e mezzo di dosi pronte da somministrare nella seconda metà del mese o alla fine

Vaccino Johnson & Johnson

Vaccino Johnson & Johnson

Nella corsa al vaccino avviata con l'obiettivo di garantire la maggior immunizzazione possibile contro il coronavirus alla popolazione mondiale, rappresenta uno degli “atleti” al quale sono affidate le più solide speranze di successo. Il vaccino elaborato da Johnson & Johnson, multinazionale statunitense fondata nel 1886, può contare un grande vantaggio competitivo sui rivali: viene somministrato in un'unica dose, senza richiami. Dote che dovrebbe permettere una decisa accelerazione nella campagna vaccinale contro il Covid-19. Ma quando arriverà in Italia il siero Johnson & Johnson?

Quando arriverà il vaccino Johnson & Johnson 

Al momento è possibile solo fare ipotesi. Notizie ufficiali ancora non ce ne sono. L'autorizzazione di Ema e Aifa, le agenzie mondiali e italiana del farmaco, è arrivata a metà di marzo, quando già era iniziata la somministrazione di altri vaccini, quelli targati Pfizer, Moderna e AstraZeneca, con quest'ultima che ha subìto in Italia e in altri Paesi anche uno stop temporaneo per permettere di effettuare verifiche sulla morte di alcune persone che avevano ricevuto l'antidoto elaborato dall'azienda anglosvedese, accertamenti terminati con la “riammissione” del preparato di AstraZeneca al programma. Tutti e tre questi sieri necessitano di una prima dose e di un richiamo, al contrario di Johnson and Johnson.  Di recente Emer Cooke, la direttrice di Ema, l'agenzia mondiale del farmaco, rispondendo alle domande di alcuni parlamentari europei sullo “stato dell'arte” della campagna vaccinale nel continente, ha affermato che il siero di Johnson and Johnson potrebbe essere disponibile nei paesi dell'Unione, Italia compresa, alla fine di aprile. “Il vaccino di Johnson & Johnson -  ha detto Cooke – ha dimostrato di avere un'efficacia al 67% in uno studio con 44mila persone. E' il primo vaccino a dose unica autorizzato nell'Unione Europea. Le prime dosi potrebbero essere disponibili entro la fine di aprile”.

Poco prima, invece, era toccato al generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all'emergenza Covid nominato dal governo Draghi, esprimersi sulla possibile data di arrivo del vaccino Johnson & Johnson in Italia. Il siero di Johnson & Johnson, ha detto Figliulo dopo aver ricevuto il vaccino – AstraZeneca, per lui – nel polo vaccinale della Cecchignola, a Roma, “arriverà nella seconda metà di aprile, con una quantità limitata che poi andrà aumentando tra maggio e giugno”.

Sulla stessa linea, proprio ieri, venerdì 26 marzo, Alessio D'Amato, assessore regionale alla Sanità del Lazio, una delle regioni più avanti in Italia con la campagna vaccinale. “Sull'arrivo di  Johnson & Johnson non abbiamo ancora notizie ufficiali, probabilmente dopo la metà di aprile arriverà. Per noi è importante conoscere le date di arrivo e le modalità di consegna. E' un vaccino strategico per la campagna che noi vogliamo utilizzare nelle farmacie e presso i medici di medicina generale”.

Quante dosi di Johnson & Johnson arriveranno in Italia

La prima fornitura di vaccini Johnson & Johnson in Italia ammonterà a quattro milioni e mezzo di dosi. Lo ha ricordato Guido Bertolaso, consulente della Regione Lombardia alla campagna vaccinale, parlando in televisione alla trasmissione “Diritto e rovescio” di Rete 4. Questo significa che in Lombardia, regione che sta scontando ancora difficoltà nel proseguire con la somministrazione degli antidoti, arriveranno in questa prima fornitura fra le 600 e le 700mila dosi di vaccino Johnson & Johnson, “il 16-17% delle dosi” in arrivo in Italia.  Complessivamente le dosi assegnate all'Italia sono 27 milioni, sui 200 milioni totali acquistati dall'Unione Europea. Con l'arrivo della prima fornitura di Johnson & Johnson in Italia si dovrebbe riuscire a somministrare 500mila dosi di vaccino al giorno. 

Come funziona il vaccino Johnson & Johnson

Il farmaco, spiega Loredana Bergamini, direttore medico di Janssen “è costruito su una piattaforma di cui abbiamo un brevetto esclusivo chiamata AdVac, che utilizza un adenovirus del raffreddore, ingegnerizzato in modo da essere reso inattivo e incapace di infettare. Al suo interno viene inserita un’informazione genetica, quella della proteina Spike di cui il Sars-CoV-2 si serve per penetrare nella cellula umana. Una volta inoculato, le cellule leggono questa informazione e stimolano la produzione di anticorpi specifici in grado di rispondere al coronavirus”.

Buona anche l’efficacia del farmaco, che, se come detto previene nell’85% dei casi le forme più temibili del Covid, nel 100% dei casi evita la morte. Quindi ha una protezione molto forte. Dal settimo giorno comincia la protezione degli anticorpi. Nello studio sperimentale con test su 15mila persone di tutte le età, a partire dai 18 anni ed oltre i 60, il 41% dei volontari arruolati avevano una o più patologie croniche: obesità, ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari severe. Tutti hanno risposto bene.