L’assessore buono Pierluigi Beghetto, massacrato per i sacchi di pellet: "Non è riuscito a urlare"

Esino Lario, il musicista di strada Luciano Biffi confessa il delitto del vicino di casa. Niente liti prima dei colpi di falcetto. Il movente: l’uso degli spazi comuni Il legale del killer: "È lucido ma devastato per quello che ha fatto"

Il luogo del delitto a Esino Lario

Il luogo del delitto a Esino Lario

Esino Lario (Lecco) – «Sì , sono stato io ad ucciderlo". Ha confessato tutto Luciano Biffi, il musicista di strada di 60 anni che domenica mattina a Esino Lario (Lecco) ha ammazzato l’assessore 53enne Pierluigi Beghetto. Come aveva già confidato ai soccorritori, guidandoli fino al piccolo cortile dove il corpo scempiato di Pierluigi era riverso a terra in una pozza di sangue, Luciano ha ammesso di averlo assalito prima con una sassata in testa, poi di aver infierito con diversi colpi di roncola, infine di averlo ucciso sgozzandolo con un fendente alla gola.

Davanti al sostituto procuratore Giulia Angeleri, il pm incaricato del caso che lo ha interrogato a poche ore dal delitto, sembrava un fiume in piena: alla presenza dell’avvocato d’ufficio, Giorgio Pagnoncelli di Merate, ha indicato il possibile movente, ha provato a spiegare perché si sia trasformato in una furia omicida, ha ripercorso quanto successo, ha svelato dettagli e particolari dell’aggressione sfociata in omicidio. Ha insomma raccontato la sua verità. "Nella serata di domenica, il magistrato della Procura di Lecco incaricato di svolgere le indagini in ordine all’omicidio di Pierluigi Beghetto, ha sottoposto ad interrogatorio il 60enne arrestato ad Esino Lario – spiega Ezio Domenica Basso, il procuratore capo di Lecco –. Ha risposto alle domande e ha fornito la sua versione dei fatti".

Luciano avrebbe perso la testa per alcuni sacchi di pellet che Pierluigi avrebbe lasciato negli spazi comuni della palazzina del centro storico dove entrambi hanno casa, il primo al terzo piano, il secondo a quello di sotto. Non sembra che i due abbiano litigato, o almeno nessuno avrebbe sentito urla né grida, che nel silenzio della mattina di un piccolo paese deserto si sarebbe altrimenti certamente udite. Luciano avrebbe colpito più volte Pierluigi con un falcetto da giardino senza alcun preavviso e gli avrebbe provocato diverse profonde ferite all’addome. Sulla base delle sue dichiarazioni e dei primi elementi raccolti, ieri è stata depositata al giudice per le indagini preliminari, la richiesta di convalidare l’arresto del 60enne e dell’applicazione delle misura cautelare. L’udienza si svolgerà quest’oggi.

«Il mio assistito mi è parso lucido ma molto provato per quanto successo – riferisce il suo legale –. Già subito dopo il delitto aveva reso dichiarazioni spontanee. Ovviamente è devastato per quello che ha commesso". Oggi è in programma anche l’autopsia sul corpo di Gigi, come tutti chiamavano l’assessore, che abitava a Usmate Velate, in provincia di Monza, insieme alla moglie Annalisa e i due giovani figli Lorenzo e Daniele, ma che aveva scelto di impegnarsi come amministratore locale e come volontario a Esino Lario, dove gestiva un’apicoltura, l’Ape Montana, alla Cascine dei Mont. Dai riscontri preliminari si potrà stabilire, almeno in parte, se la versione di Luciano sia la verità.