
Matteo Materazzi
Milano – A marzo quel primo segnale. “Ha iniziato a zoppicare, pensava fosse mal di schiena”. Poi la perdita progressiva di peso. Sei mesi dopo, la diagnosi: sclerosi laterale amiotrofica. Un fulmine a ciel sereno ha colpito la famiglia Materazzi. Matteo, 49 anni, fratello maggiore di Marco (ex campione del mondo e bandiera del triplete interista) e figlio dell’ex allenatore Beppe (Bari, Lazio, Piacenza, Brescia e Padova tra gli altri)< club, è stato colpito da una forma rara e aggressiva di Sla causata da una mutazione genetica legata alla proteina TDP‑43. Una proteina che può “intossicare” le cellule nervose, portandole alla morte.

L’appello della moglie Maura Soldati
A rivelare il dramma è stata la moglie, Maura Soldati. Che ha raccontato pubblicamente la storia del marito e lanciato una raccolta fondi su GoFundMe per finanziare una possibile terapia salvavita: “Matteo ha 49 anni ed è papà di due splendidi ragazzi di 16 e 19 anni. Tutto è iniziato a marzo 2024, quando ha cominciato a zoppicare, pensando si trattasse di un semplice problema alla schiena. In poco tempo ha perso molto peso e faceva sempre più fatica a camminare”. Dopo numerosi esami senza risposte, ad agosto Matteo Materazzi ha iniziato a manifestare difficoltà motorie. Una caduta, letteralmente. “La sua camminata è diventata robotica, ogni passo una fatica immane. Il 4 settembre, al Centro Nemo di Roma, abbiamo ricevuto la diagnosi: una rara mutazione della SLA, legata alla proteina TDP-43”. In pochi mesi la malattia ha compromesso la sua autonomia: a dicembre 2024 Matteo Materazzi è stato costretto in carrozzina dopo aver perso l’uso delle gambe. Oggi muove a malapena le mani e ha iniziato a manifestare problemi respiratori.
Chi è Matteo Materazzi
Materazzi, 49 anni, ha avuto una breve carriera da calciatore, con alcune apparizioni in Lega Pro, ma senza emergere nel professionismo. Successivamente ha lavorato come agente Fifa e procuratore sportivo, e come opinionista per RaiSport.

Cos'è la Sla e perché è così aggressiva
La sclerosi laterale amiotrofica (Sla) è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, le cellule nervose responsabili del controllo dei muscoli volontari. Con il tempo, questi neuroni degenerano, causando debolezza muscolare, atrofia, difficoltà di parola e respirazione, fino alla paralisi totale. Nella Sla i muscoli smettono gradualmente di funzionare perché il cervello non riesce più a comunicare. Nonostante le funzioni cognitive spesso rimangano intatte, il corpo si “spegne” progressivamente. Ad oggi non esiste una cura definitiva per la Sla, ma alcune terapie sperimentali mirano a rallentare il decorso, in particolare attraverso tecniche genetiche personalizzate come la terapia Aso (oligonucleotidi antisenso).
Una speranza nella terapia Aso
La terapia Aso è ora l’unica speranza per Matteo Materazzi. Questa tecnica è già stata utilizzata con successo su altre mutazioni genetiche della Sla (come SOD1 e FUS). Si tratta di una terapia molecolare in grado di bloccare l’espressione genica difettosa alla radice, rallentando la neurodegenerazione. “Nel caso di Matteo, però, è ancora più difficile – spiega la moglie – perché la proteina TDP-43 è tossica ma anche funzionale alla cellula. Per creare una terapia su misura servono 1,5 milioni di dollari, una cifra per noi irraggiungibile senza aiuto”. La famiglia si è rivolta al dottor Neil Shneider della Columbia University di New York, pioniere di questa nuova frontiera terapeutica. Il progetto, se finanziato, potrebbe salvare Matteo e altre persone con la stessa mutazione genetica.
Solidarietà dal mondo del calcio
Centinaia di donatori hanno già contribuito alla raccolta fondi su Gofundme, arrivando a superare i 25.000 euro. Tra i nomi noti che hanno già fatto una donazione figurano l’ex calciatore Giuseppe Pancaro, Gaia Lucariello (moglie di Simone Inzaghi), l’agente Edoardo Crnjar e Arianna Rapaccioni, vedova di Sinisa Mihajlovic. Chi volesse contribuire può farlo attraverso la piattaforma GoFundMe, cercando la campagna “Una speranza per Matteo”.