Ritorno del lupo, gli allevatori: “Piena emergenza, serve un nuovo equilibrio uomo-natura”

Circa novemila capi di bestiame predati ogni anno, appello al governo: subito un Piano nazionale per le specie selvatiche

Un lupo nel bosco (dal sito del progetto Life wolf alps Eu)

Un lupo nel bosco (dal sito del progetto Life wolf alps Eu)

Attuare subito un Piano nazionale per le specie selvatiche con attenzione al repentino sovrappopolamento del lupo. È sempre più necessario costruire un nuovo equilibrio uomo-natura, a tutela del settore zootecnico e delle comunità rurali, come a salvaguardia delle peculiarità faunistiche dei territori.

Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenendo a sostegno dell’interpellanza Braga e rilanciando l’appello ai ministri dell’Agricoltura, Lollobrigida, e della Salute, Schillaci, per interventi di contrasto e prevenzione.  “Siamo in una situazione di piena emergenza - commenta il presidente di Cia, Fini - con circa 3.300 lupi a popolare i boschi di tutta Italia e quasi novemila capi di bestiame predati ogni anno, occorre passare dalle parole ai fatti. In particolare, occorre accelerare sulla ricerca e il campionamento per affrontare, in modo circoscritto e puntuale, il fenomeno dell’ibridazione lupo-cane e fornire al Paese strumenti e misure più idonee al contrasto e alla prevenzione”-

“La protezione di una specie animale – ricorda Fini- deve tenere conto anche della sostenibilità degli allevamenti, soprattutto ovicaprini, che vedono i greggi costantemente sotto attacco e le aziende ancora prive di indennizzi adeguati. Non sono d’aiuto né posizioni di estremo protezionismo, né di irrealistico eradicamento. Piuttosto, come Cia chiede da tempo – conclude il presidente nazionale- va riformata la Legge 157/92. Farlo, sarebbe una seria azione di responsabilità sia nel rispetto dell’ambiente e degli animali selvatici, sia nei confronti degli allevatori e degli agricoltori, veri custodi del territorio”.