Il ritorno del lupo in Brianza: sbranato un gregge di pecore nel Parco del Curone

La presenza è stata accertata per la prima volta dopo decenni in provincia di Lecco. Si tratta di un esemplare solitario che ha sconfinato in Valle Santa Croce a Missaglia

Un lupo

Un lupo

Missaglia (Lecco), 31 gennaio 2020 – Un lupo è ritornato per la prima volta dopo decenni in provincia di Lecco e ha attaccato e sbranato un gregge di pecore in Valle Santa Croce a Missaglia, nel territorio del Parco del Curone. Si tratta probabilmente di un unico giovane esemplare solitario che ha sconfinato in Brianza sempre nella stessa zona almeno per due volte: la prima volta un mese fa ha ucciso almeno una pecora e grazie alle abbondanti tracce di saliva fresca ritrovate sulla carcassa dell'animale gli esperti di fauna selvatica hanno potuto estrapolare il dna ed accertare che ad ammazzare l'ovino era stato appunto un lupo, la seconda la notte scorsa quando ha fatto strage di altre 13 pecore lasciate libere al pascolo all'aperto. In questo secondo caso è stato possibile confermare che si tratta di un lupo dalle orme che ha lasciato sulla neve.

Si presume arrivi dalle prealpi del Varesotto o dalle valli montane della Bergamasca piuttosto che dalle prealpi del Comasco. I lupi sono in gradi di percorrere fino a 40 chilometri al giorno. Per gli esseri umani non sussiste alcun pericolo, i lupi rifuggono le persone. Semmai occorre prestare attenzione a non lasciare vagare liberi i cani durante le passeggiate in mezzo al verde e a custodire gli animali d'allevamento in stalle e recinti protetti. A rivelare che un lupo si aggira nel Parco della Valcurone è Marco Molgora, presidente dell'ente naturalistico protetto. “Nelle scorse settimane le analisi effettuate su alcune pecore al pascolo ritrovate morte hanno confermato la presenza del lupo nel territorio del nostro parco, che già era stata ipotizzata nel corso dell’estate – spiega -. Si tratta di pochi animali, o forse uno solo, che probabilmente nei giorni della sospensione generalizzata delle attività durante il lockdown primaverile, in assenza di disturbo e soprattutto di traffico sulle strade, hanno potuto allontanarsi dalle prealpi per esplorare nuove aree.

La comparsa del lupo nelle aree collinari ed anche di pianura fa parte della naturale dinamica di espansione demografica e spaziale che la specie sta mostrando a livello italiano ed europeo. Tale dinamica spinge i giovani esemplari a ricercare nuovi territori. Il territorio del Parco è quindi ora oggetto di attenzione da parte del gruppo di lavoro a cui partecipano tecnici di Regione Lombardia, di Ersaf che è l'Ente regionale per lo sviluppo agricolo e forestale, ricercatori delle università lombarde, carabinieri della Forestali, con il coinvolgimento anche degli agenti della Polizia provinciale, impegnati non solo per lo studio del lupo e per la sua tutela, ma anche per la definizione delle soluzioni più appropriate per consentire la sostenibilità della sua presenza nelle aree del Parco e quindi la convivenza con il territorio”. Trattandosi solo di individui isolati, è possibile che possano allontanarsi volontariamente dal Parco di Montevecchia, per tornare verso nord.

“E' comunque di una presenza che non comporta criticità per la responsabile fruizione del territorio del Parco, che deve però essere ulteriormente rispettosa e consapevole nei confronti dei valori ambientali e della fauna selvatica – prosegue Marco Molgora -. Il lupo è ormai presente o per meglio dire è tornato in molte aree alpine ed appenniniche e anche in zone a forte frequentazione turistica, come il Parco di Montevecchia e Valle del Curone soprattutto nell’ultima estate, dove in ogni modo evita qualsiasi contatto con l’uomo. Per non compromettere tale naturale attitudine è bene ricordare i comportamenti corretti da tenere: divieto assoluto di ricerca, disturbo, avvicinamento o alimentazione dell’animale, nonché obbligo di tenere i cani al guinzaglio durante le escursioni in aree aperte”. Vertici e funzionati del Parco sono ora impegnati a fornire agli allevatori e informazioni utili per prevenire l’attacco agli animali al pascolo e per accedere, in caso di danni accertati, agli indennizzi resi possibili dalle assicurazioni attivate da Regione Lombardia. “Ringraziamo quanti operano negli Enti preposti alla gestione di questa specie che si sono prontamente attivati e chiediamo a tutti i cittadini di evitare azioni o attività che possano intralciare l’azione delle istituzioni o creare inutili allarmismi e tensioni”, conclude il presidente del Parco del Curone.