FEDERICA PACELLA
Cronaca

Montagne di rifiuti e cave chiuse in Lombardia, la partita (persa) dell’estrazione di materie prime

Sono 294 i siti minerari censiti, di cui la maggior parte è dismessa. L’analisi Ispra e l’Europa consigliano di riattivare il comparto

Rifiuti abbandonati (Foto d'archivio)

Rifiuti abbandonati (Foto d'archivio)

26 luglio 2024 – Un’attività dismessa, che ora l’Europa chiede di riattivare, per poter portare avanti la transizione ecologica. Ma l’estrazione di materie prime critiche, a livello lombardo come nel resto d’Italia, per ora è ferma. Dei 294 siti minerari censiti a livello regionale (di cui 89 a Bergamo, 54 a Brescia), la maggior parte è dismessa e, soprattutto, da nessuna si estraggono le materie prime critiche.

Secondo l’analisi dell’Ispra, che ha messo a punto il database GeMMA, con tutte le informazioni sulle risorse minerarie nazionali, in Italia si contano 22 miniere attive relative a materiali che rientrano nell’elenco delle 34 materie prime critiche dell’Ue. Di queste 34, in Italia, se ne estraggono solo 2: feldspato (20 miniere), minerale essenziale per l’industria ceramica e fluorite (2, nei comuni di Bracciano e Silius), che ha un largo uso nell’industria dell’acciaio, dell’alluminio, del vetro, dell’elettronica e della refrigerazione.Nulla arriva più dalla Lombardia, dove le ultime due miniere di feldspato attive (nella provincia di Sondrio) si sono fermate nel 2010.

I depositi da rivalutare

Secondo Ispra, però, nella Bergamasca e nel Bresciano ci sono alcune miniere di fluorite che in passato erano attive e che andrebbero rivalutate, visto che i prezzi di fluorite sono quadruplicati rispetto al 1990. Resta il punto che bisogna ampliare l’estrazione di minerali metalliferi, che rappresentano la maggior parte dei materiali critici. "In Italia – dice l’Ispra – non vengono, per ora, estratti Critical Raw Materials metallici e per la loro fornitura il nostro paese è totalmente dipendente dai mercati esteri. Alla luce delle nuove tecniche di esplorazione e dell’andamento dei prezzi di mercato, molti dei depositi andrebbero rivalutati".

La Lombardia potrebbe dire la sua soprattutto sui materiali critici non metalliferi, in quanto depositi significativi di barite, importante minerale per l’industria cartaria, chimica e meccanica, sono localizzati sempre nel bergamasco e nel bresciano. Altro grande tema è quello della coltivazione degli scarti minerari come fonte di materie prime. In Italia le pregresse attività minerarie hanno lasciato un’eredità di circa 150 milioni di mc di scarti di lavorazione (rifiuti estrattivi), che si trovano in strutture di deposito spesso fatiscenti e che rappresentano un serio problema ambientale, con inquinamento diffuso delle acque e dei suoli da metalli pesanti, cioè gli stessi che potrebbero essere recuperati. È necessario un cambio di paradigma: da rifiuti inquinanti da bonificare, a potenziale risorsa da recuperare (in Lombardia sono 128 le strutture interessate).