Green pass, lockdown non vaccinati e obbligo vaccinale: cosa può cambiare in lotta a Covid

Mentre in altri Paesi d'Europa è già in corso la quarta ondata, in Italia si apre il dibattito su come affrontare i prossimi mesi

Covid Italia

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Nelle prossime settimane sul tavolo del governo approderà un tema caldo: prorogare o meno lo stato d’emergenza per il Covid-19? In vista della stagione invernale potrebbero anche cambiare le regole per fronteggiare una nuova alzata di testa del virus. In attesa del monitoraggio Iss di venerdì che scatterà una istantanea della situazione epidemiologica del Paese sancendo o profilando passaggi di fascia dalla zona bianca a quella gialla, in Italia è aperto il dibattito sul “modello austriaco” che prevede un “lockdown” solo per i non vaccinati, nello scenario di contagio peggiore (identificato come livello 5). Sullo stato di emergenza "la decisione sarà presa solo a ridosso della scadenza del 31 dicembre e terrà conto della curva dei contagi in quel momento" ha puntualizzato il ministro della Salute Roberto Speranza. In Italia curva epidemiologica è in crescita, ma al momento la situazione generale, come ribadito dal capo del Cts (Comitato Tecnico Scientifico) Franco Locatelli “non è affatto preoccupante” ed è certamente migliore di altri Paesi d’Europa, come Gran Bretagna e Germania, che proprio negli ultimi giorni è travolta dalla quarta ondata.

Stato di emergenza

"Come ha detto Draghi, - ha sottolineato ieri il sottosegretario alla Salute Andrea Costa -. Le eventuali valutazioni sul prolungamento dello stato di emergenza le faremo al momento opportuno. Credo che oggi sia prematura questo tipo di riflessione". Costa ha poi aggiunto: "Penso che ai cittadini preoccupi di più l'eventuale prolungamento delle misure restrittive come l'obbligo di green pass, più che lo stato di emergenza, il quale individua solamente un metodo gestionale dell'emergenza”. Proprio l’impiego della certificazione verde e i suoi controlli sono stati oggetto delle parole del ministro della Salute tedesco Jens Spahn che ha esortato i connazionali a controllare di più pass nei ristoranti, nei musei e nei luoghi pubblici in cui è richiesto: "L'ho vissuto personalmente a Roma: in occasione del G20 mi è capitato di dover esibire il certificato vaccinale più spesso in un giorno di quante forse qui in quattro settimane".

Obbligo vaccinale per alcune categorie? 

Oggi il sottosegretario Pierpaolo Sileri ha parlato del vaccino per under 12, definendolo un "passo in avanti per raggiungere protezione di comunità", anche se "ancora non approvato in Italia". In merito all'obbligo vaccinale Sileri intervenendo oggi a Radio Cusano Campus ha precisato che al momento "non stiamo pensando a obbligo vaccinale né per adulti né per giovani". Ieri a parlare della situazione epidemiologica era stato il sottosegretario Andrea Costa che ha sottolineato: "Ci sono delle riflessioni da fare in merito agli obblighi vaccinali per alcune categorie: ultra 50enni e 60enni, e chi lavora a stretto contatto con il pubblico". "Non è giusto - ha aggiunto - che chi, dimostrando responsabilità, si è vaccinato, debba subire ulteriori restrizioni a causa di chi non si è vaccinato. Credo che sia giusto fare una distinzione tra chi si è vaccinato, per se stesso e per gli altri, e chi non si è vaccinato. L'obiettivo è quello di raggiungere il 90% dei vaccinati, a quel punto credo che si possa aprire una fase nuova e rivedere anche le misure restrittive, come l'utilizzo del green pass" ha aggiunto.

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Austria: un piano a 5 livelli

Come detto in questi giorni in Italia al centro del dibattito ci sono anche le misure adottate in un altro Paese europeo, l'Austria. In Austia gli ultimi dati riferiscono di 6.506 nuovi casi, il dato più alto quest'anno, e 20 morti in 24 ore. A preoccupare è soprattutto l'aumento dei posti letti occupati nelle terapie intensive. Nei giorni scorsi è stato superato il limite di 300, che fa scattare automaticamente una serie di restrizioni. Secondo il piano in cinque tappe del governo di Vienna, oltre i 300 ricoveri in terapia intensiva l'accesso a ristoranti e bar è permesso soltanto a persone guarite o vaccinate. A partire da 500 ricoveri la regola varrà per tutti i luoghi dove si mangia e beve. Con 600 ricoveri, i non vaccinati saranno sottoposti a lockdown e potranno uscire di casa solo per validi motivi.

Il modello austriaco: "Opzione plausibile"

“Oggi non potendo obbligare tutti al vaccino anti-Covid, cosa che invece andava fatta, si deve tenere presente uno zoccolo duro resistente di no-vax che non accetterà mai di vaccinarsi. Lo strumento del lockdown solo i non vaccinati, il cosiddetto 'modello austriaco', appare un'opzione abbastanza percorribile non per fare la prova muscolare ma di tutelare il soggetto non immunizzato." ha detto l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata. "Sappiamo ormai che chi è vaccinato con due dosi, molti stanno facendo la terza, possono anche infettarsi ma la malattia sarà in forma meno severa e asintomatica - ha ricordato Minelli -. Quindi non occuperà posti letto in degenza o in intensiva. Questo non accade per i non vaccinati che se infettati rischiano di ammalarsi seriamente e di finire anche in ospedale con complicanze severe. Per tutelare queste persone sicuramente il lockdown servirebbe, anche per evitare che a loro volta possano contagiare altre persone. E' un principio di legittima tutela di chi si è vaccinato e di chi non si è vaccinato".

Lockdown non vaccinati? "Non percorribile"

''Un lockdown, con restrizioni alla libertà di circolazione, solo per non vaccinati, non lo riterrei consentito'' ha però all'Adnkronos il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli commentando l'ipotesi di restrizioni ad hoc, sulle orme di quanto sviluppato in Austria. ''L'obbligo di restare a casa, solo per i non vaccinati, mi pare non sia una misura adeguata, se invece si trattasse di un limite alla frequenza di posti molto affollati e chiusi allora potrebbe essere ammissibile - spiega - ma non si tratterebbe di un vero lockdown''.  ''Se c'è questa esigenza, penso che sarebbe più percorribile la strada dell'obbligo di vaccinazione per legge, questo sì che la Costituzione lo consente, naturalmente con l'esenzione per chi per ragioni sanitarie non può sottoporsi al vaccino, che è un trattamento sanitario'' conclude Mirabelli.