Covid zona gialla: le regioni osservate speciali. E la Lombardia? Cosa dicono i dati

Le curve in salita e i nuovi contagi mettono in allerta non solo il governo ma anche le Regioni, memori delle restrizioni degli scorsi mesi

Zona gialla

Zona gialla

Milano - Per settimane l'Italia è stata sostanzialmente monocolore, fatta eccezione per la permanenza in giallo della Sicilia alla fine dell'estate. Un quadro che sembra destinato a cambiare, alla luce della curva Covid in Italia. Sebbene la situazione nel Paese sia nettamente migliore rispetto ad altre zone dell'Europa, c'è una crescita dei parametri che potrebbe portare - da qui alle prossime settimane - alcune regioni al temuto passaggio di fascia. Stando ai dati di oggi 3 novembre del bollettino del Ministero della Salute sono 5.188 i nuovi casi di positività e 63 i decessi (ieri 41). Dall'inizio dell'epidemia, le persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 sono 4.782.802, mentre da febbraio 2020 si registrano 132.224 vittime. Sono in tutto 4.565.291 le persone guarite o dimesse, mentre quelle positive sono 85.287, pari a +840 rispetto a ieri (+725 il giorno prima). Compresi i molecolari e gli antigenici, i tamponi totali sono stati 717.311, ovvero 478.957 in più rispetto ai 238.354 registrati ieri. Il tasso di positività, ieri pari a 1,2%, scende allo 0,7% (l'approssimazione di 0,72%). Crescono i ricoveri: nell'ambito del sistema sanitario sono +37 (ieri +129) i posti letto occupati nei reparti Covid ordinari, per un totale di 3.029 ricoverati. Sono invece -4 (ieri +21) i posti letto occupati in terapia intensiva. Sono dunque 381 i malati più gravi, con 31 ingressi in rianimazione (ieri 34). Determinante per il passaggio dalla zona bianca a quella gialla i dati del monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità, questa settimana venerdì 5 novembre. In caso di passaggi di colore, le regole dalla zona gialla scattano il lunedì seguente (in questo caso si tratterebbe dell'8 novembre). Le curve in salita e i nuovi contagi mettono in allerta non solo il governo ma anche le Regioni, memori di lockdown e restrizioni degli scorsi mesi.

Il bollettino di oggi 3 novembre 2021
Il bollettino di oggi 3 novembre 2021

Rialzo contagi: "Piccolo segnale d'allarme"

Il rialzo dei contagi e dei ricoveri in terapia intensiva, (ieri +21 pazienti in rianimazione), "è un piccolo segnale d'allarme. Si tratta di focolai non proprio locali che tendono verso una dimensione infraregionale" ha detto all'Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), facendo il punto sull'attuale situazione epidemiologica Covid-19. "Per ora i ricoveri in terapia intensiva sono ancora gestibili - prosegue Vergallo - ma attenzione ad alcune Regioni dove i focolai stanno aumentando. Sono situazioni, come il Friuli Venezia Giulia, dove sono state ignorare le misure di prevenzione durante le manifestazioni di piazza e questo ha innescato i focolari che vediamo oggi".  Secondo Vergallo, "dobbiamo ancora aspettare di capire e analizzare l'impatto delle riaperture delle scuole e anche come proseguirà la campagna vaccinale con i richiami che vanno a rilento". Sulla possibilità di fare una previsione per i prossimi mesi, il presidente Aaroi è cauto: "Credo che tutto dipenderà da quanto la campagna vaccinale andrà avanti, se riusciamo a coprire con la dose booster gli anziani e i fragili saremo già un passo avanti - osserva - poi ci sono anche altri fattori come la stagione invernale e l'avanzata di virus influenzali. Se tutto questo avverrà senza scossoni, possiamo immaginare che potrebbe esserci un lieve incremento dei ricoveri anche in terapia intensiva ma non tale da creare un allarme forte. Attenzione però - conclude - ad alcune Regioni che già stanno vivendo un rialzo importante, vediamo come andrà nelle prossime settimane". 

Locatelli: non siamo affatto in situazione fuori controllo

L'attenzione resta alta ma con un cauto ottimismo. "In Italia - ha precisato ieri il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli - non siamo affatto in una situazione fuori controllo". "E questo lo si deve a due fattori: l'elevata adesione alla campagna vaccinale e al mantenimento di una serie di misure non farmacologiche che proteggono dal contagio, come le mascherine e il distanziamento. La situazione di circolazione virale nel Paese rimane tra le più favorevoli di tutta Europa. Meglio di noi solo la Spagna. L'impatto sui servizi sanitari è ancora fortunatamente largamente contenuto. Ma questo non toglie che va fatta attenzione all'incremento dei numeri dei nuovi contagiati"

Terapie intensive e ricoveri: cosa dicono i dati

Stando all'ultimo monitoraggio dell'Agenzia Nazionale dei Sistemi sanitari regionali (Agenas) il Friuli Venezia Giulia, regione in cui le proteste no vax hanno portato alla decisione di vietare ai manifestanti piazza Unità di Italia a Trieste, è ora la Regione italiana con la percentuale più elevata di terapie intensive occupate da pazienti Covid. Questa la situazione nelle altre: Abruzzo (5%), Basilicata (0%), Calabria (3%), Campania (3%), Emilia- Romagna (3%), Lazio (6%), Liguria (5%), Lombardia (3%), Marche (8%), Molise (5%), Pa Bolzano (4%), Pa Trento (2%), Piemonte (3%), Puglia (4%), Sardegna (3%), Sicilia (4%), Toscana (5%), Umbria (7%), Valle d'Aosta (0%), Veneto (3%).

Per quanto riguarda i ricoveri Covid in reparti di area non critica, dal 18 ottobre al primo novembre spicca la crescita nella Provincia autonoma di Bolzano, passata da 5% al 10%, e della Calabria, dal 9% all'11%. Questa la situazione, aggiornata a lunedì, nelle altre regioni: Abruzzo (4%), Basilicata (7%), Calabria (11%), Campania (7%), Emilia- Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (6%), Lazio (6%), Liguria (4%), Lombardia (5%), Marche (6%), Molise (3%), Pa Bolzano (10%), Pa Trento (2%), Piemonte (3%), Puglia (5%), Sardegna (3%), Sicilia (8%), Toscana (5%), Umbria (6%), Valle d'Aosta (6%), Veneto (3%). 

Cosa succede in Friuli

In Friuli Venezia Giulia oggi su 4.404 tamponi molecolari sono stati rilevati 125 nuovi contagi con una percentuale di positività del 2,84%. Sono inoltre 22.770 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 28 casi (0,12%). Oggi si registrano i decessi di 4 persone. Le persone ricoverate in terapia intensiva risultano essere 18, mentre i pazienti in altri reparti sono 87. "Di fronte alla ripresa dei contagi stiamo ponendo necessariamente mano a un piano che tenga conto dell'aumento del fabbisogno di pazienti trattati per Covid in terapia intensiva e non intensiva nelle strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia. Lavoriamo sui dati di oggi e sulle possibili proiezioni che ci richiederebbero di ridisegnare di nuovo le attività ospedaliere, comprimendo altre attività come accaduto in precedenti fasi della pandemia" ha detto oggi Riccardo Riccardi, vicegovernatore della Regione con delega alla Salute.

"Il focolaio localizzato a seguito delle manifestazioni tenutesi nei giorni scorsi continua ad aumentare. Dai 93 casi positivi rilevati nella comunicazione di tre giorni fa, oggi siamo giunti a quota 140; di questi, cinque persone hanno dovuto ricorrere al ricovero ospedaliero" ha riferito Riccardi commentando i dati odierni. 

E Lombardia?

Oggi in Lombardia a fronte di 143.223 tamponi effettuati, sono 682 i nuovi positivi (0,4%). I ricoverati in terapia intensiva sono 49 (+1 rispetto a ieri). I ricoverati nei reparti sono 317 (24 in più di ieri). Si registrano 10 nuovi decessi. A Milano 236 nuovi casi di cui 88 a Milano città. La regione non rischia il passaggio in giallo ma l'attenzione resta alta. Salgono a 376 classi in quarantena nelle scuole in regione, per un totale di 7.682 alunni e 212 operatori scolastici in isolamento. Si tratta di oltre 100 classi e 2.400 alunni in più rispetto alla settimana precedente (dal 18 al 24 ottobre), che aveva fatto registrare 268 classi, 5281 e 224 operatori in isolamento."Dall'Istituto superiore di Sanità ci viene confermato che per le prossime settimane la Lombardia continuerà ad essere zona bianca perché non supererà le soglie di occupazione delle terapie intensive e di ospedalizzazioni. Il contagio comunque è risalito e il mio invito è a proseguire con le vaccinazioni" ha detto nei giorni scorsi il vice presidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti.

"Immunirà di comunità in Lombardia? Il virus trova nuove strade, la variante Delta per esempio e la Delta Plus, quindi invito comunque a vaccinarsi, a non abbassare la guardia sulle protezioni individuali, dalla mascherina al distanziamento. La  Lombardia è una regione virtuosa, occupa il terzo posto in Europa per vaccinazioni dopo Danimarca e Portogallo, e il quarto nel mondo dopo Danimarca, Portogallo e Israele, ma non possiamo abbassare la guardia" ha detto Moratti ai microfoni di Porta a Porta su Rai 1. Moratti ha ricordato come "le adesioni dei lombardi alla vaccinazione attualmente siano il 91,1%, che l'88% ha già svolto il ciclo completo, dimostrando grande senso civico, i cittadini come gli operatori sanitari, i medici, gli operatori della protezione civile".

La vicepresidente ha infatti puntualizzato come "nelle RSA il 44% degli anziani siano già stati vaccinati con la terza dose, e come a metà novembre questo ciclo verrà completato; alle 300mila dosi della terza dose effettuate dai lombardi sono inoltre già presenti 400mila prenotazioni". E per quanto riguarda la scuola, pericolo Dad in arrivo? "Sono 376 le classi in Lombardia in quarantena ma è un numero basso sulla totalità - ha sottolineato Moratti - legato al problema della non possibilità di vaccinare i piccoli", ma l'assessore ha comunque invitato alla vaccinazione perche' "ha sconfitto tante morti: i benefici sono molti più rispetto ai rischi... i ragazzi hanno bisogno di relazioni sociali e di stare con gli altri" ha ricordato Moratti ai microfoni di Rai 1 sottolineando come "attualmente il tasso di ospedalizzazione in Lombardia per covid sia al 5% e al 3% per quanto riguarda la terapia intensiva e che si tratta di pazienti non vaccinati".

Terza dose vaccini Lombardia: come prenotare e chi può farlo

Regole per la zona gialla

È necessario che si verifichino alcune condizioni per giustificare il passaggio di una regione in zona gialla: l'incidenza settimanale dei contagi deve essere pari o superiore a 50 ogni 100mila abitanti a condizione che il tasso di occupazione dei posti letto in area medica sia superiore al 15 per cento e il tasso di occupazione in terapia intensiva sia superiore al 10 per cento. Nel caso in cui si verifichi un'incidenza pari o superiore a 150 casi per 100mila abitanti, la Regione resta in zona gialla se si verifica una di queste due condizioni: il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è uguale o inferiore al 30 per cento; oppure il tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva è uguale o inferiore al 20 per cento.