Giulia Tramontano, il ricordo dell’amico che è cresciuto con lei: “Era solare e determinata. Cercava la verità”

Luca Ceparano ricorda la 29enne uccisa da Impagnatiello, poi entrambi si sono trasferiti lontano per costruirsi un futuro: “L’eco della tragedia è arrivata anche in Francia”

Luca Ceparano e Giulia Tramontano

Luca Ceparano e Giulia Tramontano

Senago (Milano) – 5 giugno 2023 – “Giulia era intraprendente, sicura di sé. Voleva affrontare il suo compagno dopo averlo smascherato. Era una cosa da lei, aveva una personalità molto forte e cercava la verità. Non se ne sarebbe mai andata senza aver chiarito”. Ne è convinto Luca Ceparano, amico di Giulia Tramontano, coetaneo (compirà 30 anni a luglio), tra i giovani di Sant’Antimo emigrati dalla Campania al Nord Italia o in un altro Paese per costruirsi un futuro pur restando legati alle origini. Come Giulia, che a Milano lavorava come agente immobiliare. E Luca, dopo anni di gavetta e conquiste nel campo della ristorazione, ha inaugurato una pizzeria tutta sua ad Annemasse, in Francia, dove vive dal 2019. “Sto mettendo tutte le mie energie in questa attività ed è un bene. Perché mi distrae dallo strazio per Giulia”.

Ma basta nominarla e le lacrime scorrono. Come vi siete conosciuti?

"Frequentavamo la stessa comitiva di ragazzi a Sant’Antimo, una sorta di “club” dove si organizzavano varie attività: si studiava, si giocava, si promuovevano iniziative comunitarie. Un mio amico coinvolse una ragazza che a sua volta invitò Giulia. Era poco più che adolescente. Ricordo che fu timida solo il primo giorno: si rivelò subito estroversa e allegra; commentava tutto con le sue “battutine”. Era curiosa, voleva scoprire posti nuovi, sempre piena di voglia di fare. Voleva vivere”.

Quando è stata l’ultima volta che l’ha vista?

“Ci incrociavamo a Sant’Antimo d’estate o a Natale o a Pasqua, rientrando al paese per stare con le rispettive famiglie. Ma ci tenevamo in contatto sui social. Lei seguiva la mia attività e mi incoraggiava con i “like”. Eravamo rimasti legati. Ci univa il fatto di essere due giovani dello stesso paese partiti per cercare la propria strada altrove”.

Sapeva, nelle settimane scorse, che si cercava Giulia come “persona scomparsa”?

“Altroché. Dalla Francia seguivo tutto, ero in apprensione per lei e condividevo i messaggi con gli avvisi per le ricerche. Vedendo i miei post sui social tanta gente mi ha contattato per chiedermi aggiornamenti dalle città in cui ho lavorato: Ferrara, Bergamo, da più luoghi in Molise. Ora sappiamo che Giulia non c’è più, è un dolore immenso dover fare i conti conti con questa verità. Ma noto con piacere che lei è al centro dei pensieri di tanta gente, anche qui”.

Che intende?

“Anche ad Annemasse le persone mi chiedono di lei. Gli italo-francesi sono rimasti scioccati dal femminicidio, la comunità non la dimentica”.

Quando ha inaugurato la sua pizzeria?

“Il 2 giugno. Il sogno della mia vita realizzato nel momento in cui a Giulia è stata tolta la vita. Ma voglio vederlo come un segno: un motivo per andare avanti, anche per lei. Per lei ora continuo a piangere. Mi sono commosso sentendo la mamma di Impagnatiello: dice che suo figlio è un mostro. Ho pensato a quante vite ha distrutto: non solo quella di Giulia, anche di tutti quelli che gli volevano bene”.