La mamma di Alessandro Impagnatiello: “Mio figlio è un mostro, non voglio più rivederlo”

Omicidio di Senago, Sabina Paulis ai microfoni de ‘La Vita in diretta’: “Quando non lo rilasciavano, ho capito che qualcosa non tornava. Chiedo perdono alla famiglia di Giulia Tramontano, non oso immaginare il dolore”

La madre di Alessandro Impagnatiello (a sinistra) e il figlio

La madre di Alessandro Impagnatiello (a sinistra) e il figlio

Senago (Milano) – La mamma di Alessando Impagnatiello, l'uomo che ha ucciso la compagna incinta di 7 mesi, intervistata a ‘La Vita in diretta’ su Rai 1 piange e chiede perdono: "Mio figlio è un mostro".

"Non oso immaginare i familiari di Giulia – dice - non lo voglio immaginare. La mamma Loredana è una persona fantastica. Alessandro e' un mostro, lo so. Io le chiedo perdono, da madre, ma non so cosa fare. Io le chiedo perdono per aver fatto un figlio così, io chiedo perdono a tutta la famiglia".

Sabrina Paulis, 54 anni, originaria di Cagliari, ripercorre l’ultimo periodo, ricostruisce le conversazioni col figlio alla luce di quanto successo. "Ale non era così, credetemi – implora – non lo so così è successo. Io non ci credo ancora. Ho sempre creduto ad Alessandro, perché lui era molto credibile. Io gli dicevo 'Ale, tu mi devi dire qualcosa?', eravamo io e lui da soli, 'Mi devi dire qualcosa?'. Lui mi diceva 'No, non ti devo dire niente… Mamma fidati di me'. Come faccio a non credere? Come fai, uno che ti dice cosi' e poi sai che è tuo figlio. E' un mostro e lo ripeterò sempre, lui è un mostro". "Quando la scientifica non lo rilasciava, che rilevavano delle cose nella macchina, dicevo all'altro mio figlio 'qua c'e' qualcosa di strano', però speravo sempre che non era così”.

Alla domanda sul perché il figlio abbia ucciso Giulia, risponde: "E' impazzito, è impazzito. Non lo so, lui ha due personalità, per me ha due personalità. Alessandro che conosciamo noi è una persona bella, il mostro che era è quella persona che era dentro. E l'ha tirata fuori l'altra sera. Non l'ho più rivisto e forse non lo voglio più vedere. Non lo so se andrò mai, gli porto la roba, quello sì', ma ad oggi io non andrò a trovarlo, oggi come oggi non andrò a trovarlo". Nessun perdono dunque: "No, come fai a perdonare?" Infine l'appello: "Alessandro, ti prego, dì tutta la verità'".

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