Coronavirus in Lombardia, il bollettino: contagi Covid del 21 dicembre

Nel giorno in cui entra operativo il decreto di Natale, cala ancora il numero dei positivi: 950, quasi metà a Milano. I decessi sono 41, è boom di guariti

Trend ricoverati con sintomi e in terapia intensiva (Fondazione Gimbe)

Trend ricoverati con sintomi e in terapia intensiva (Fondazione Gimbe)

Milano 21 dicembre 2020 - Nel giorno in cui entra operativo il nuovo decreto di Natale, con ulteriori norme anti-Covid  per il periodo festivo, l'attenzione è tutta puntata sulla nuova variente Coronavirus, individuata a Londra, Danimarca, Australia, Olanda. E, da ieri, anche a Roma, su una donna italiana. Anche il compagno, rientrato a Fiumicino giorni fa, anche lui dal Regno Unito, dove si era recato per lavoro, è risultato infetto. Per "ora in Lombardia non abbiamo rinvenuto alcun caso di virus modificato" ha assicurato Fontana, mentre l'assessore al Welfare Giulio Gallera ha spiegato che le Ats nei prossimi giorni contatteranno i 1500 lombardi che sono stati in Gran Bretagna per sottoporli a tampone. Nel frattempo, per evitare la diffusione del contagio, sono aumentati i controlli negli aeroporti, anche se l'Italia è subito corsa ai ripari sospendendo i voli con la Gran Bretagna. 

Nel frattempo, si tiene d'occhio l'andamento della curva epidemiologica nel nosto Paese. Oggi, in Italia, si registrano 10.872 i nuovi casi di contagio da coronavirus (ieri erano stati 15.104). E 415 i decessi (ieri 352). In Lombardia, a fronte di 10.587 tamponi, sono stati accertati altri 950 casi (ieri erano 1.795); il rapporto fra tamponi effettuati e i nuovi positivi è del 8.97 %. I decessi sono 41, 8 in meno di ieri che erano 49. Tra Milano e hinterland sono state trovate altre 426 persone positive al virus, quasi la metà dell'intera regione. Più stabile la situazione negli ospedali, che vivono meno pressione rispetto alle scorse settimane. Nelle ultime 24 ore il numero dei ricoveri è diminuito di 109 unità, portando il totale a 4.232 (ieri erano 4.341). In calo anche i ricoveri nei reparti di terapia intensiva: il saldo è di 22 pazienti in meno rispetto a ieri, per un totale di 561 persone ricoverate. I guariti/dimessi sono 8.376, per un totale di 366.058. 

Mentre i contagi calano, la regione si prepara al piano vaccinale anti Covid. "È già stato predisposto - ha detto il presidente Attilio Fontana - il piano vaccinale che comprende 65 posti di stoccaggio, è tutto preparato, varieranno le modalità visto che certi vaccini hanno certe necessità, altri ne hanno altre ma è stato tutto assolutamente previsto, compresi i luoghi dove si faranno le vaccinazioni che potranno anche essere gli ospedali". Il 27 mattina arriveranno all'ospedale Niguarda di Milano le prime 1620 dosi, poi "tra fine dicembre e i primi di gennaio - ha spiegato Fontana - inizierà ad arrivare la fornitura sostanziale per consentire la vaccinazione a tutti i nostri cittadini". Si sottoporrà al vaccino anti-Covid "non appena possibile" Annalisa Malara, il medico anestesista che il 20 febbraio a Codogno scoprì il 'paziente 1', premiata oggi in Regione con la Rosa Camuna insieme alla collega Laura Ricevuti. A Codogno, dopo la scoperta di due pazienti positivi al coronavirus in Medicina, reparto che avrebbe dovuto essere, invece, covid-free, nelle scorse ore un paziente di 82 anni si è ribellato e volendo uscire immediatamente dall'ospedale ha spruzzato contro i sanitari dello spray al peperoncino. 

Bollettino Covid Regione Lombardia 21 dicembre/ Tabella

La provincia più colpita è sempre quella di Milano con 426 casi, di cui 173 nella città capoluogo (ieri rispettivamente +510 e 217). In calo Varese, dove i positivi sono 14 (ieri 39). I casi nelle altre province lombarde sono a Brescia: 157 (ieri +242); Monza e Brianza: 92 (ieri +207); Bergamo: 72 (ieri +80); Mantova: 54 (ieri +87); Pavia: 35 (ieri +186); Como: 31 (ieri +66); Lecco: 19 (ieri +64); Lodi: 15 (ieri +86); Cremona: 9 (ieri +47), Sondrio: 1 (ieri +56).

Covid, i dati delle province lombarde il 21 dicembre
Covid, i dati delle province lombarde il 21 dicembre

Bollettino Covid Italia 21 dicembre / Pdf

In Italia, oggi, si registrano 10.872 i nuovi casi di contagio da coronavirus (ieri erano stati 15.104). E 415 i decessi (ieri 352) per un totale di 69.214 vittime dall'inizio della pandemia. E' quanto si legge nel bollettino del ministero della Salute. Aumenta l'indice di positività: 12,3% (ieri era l'11%) alla luce degli 87.889 tamponi processati. Ad oggi in Italia ci sono 613.582 attualmente positivi, con un calo nelle ultime 24 ore di 9.178. I guariti sono +19.632, complessivamente 1.281.258. Sono 2.731 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 12 meno di ieri nel saldo tra ingressi e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 161. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 25.145 persone, con un calo rispetto a ieri di 13 pazienti. La regione con il maggior numero di casi è sempre il Veneto, che registra 2.583 casi, seguito da Emilia Romagna con 1.594, Lazio con 1.205 e Lombardia con 950.

Covid, paura nelle case di riposo

In un saliscendi di contagi, il Covid continua comunque a preoccupare non solo negli ospedali, com’era stato la primavera scorsa durante il primo lockdown il contagio è tornato a far paura anche nelle case di riposo. "Tra Como e Varese sono 10mila gli ospiti delle rsa e 1.200 di loro sono infettati, fortunatamente nella maggior parte dei casi si tratta di persone che manifestano sintomi lievi o asintomatici, ma questo può far abbassare la guardia dopo gli oltre 400 decessi registrati nei mesi scorsi – denunciano Cgil, Cisl e Uil – Complica la situazione il fatto che oltre 500 operatori degli oltre 8mila impiegati in queste strutture risultano assenti e in isolamento in quanto positivi al virus. Non ci ha rassicurato sapere che nei momenti di maggior assenza del personale, alle richieste di alcune rsa di inviare personale assistenziale, la risposta di Ats Insubria e della Protezione civile si è limitata all’invio di poche unità".

Milano, in provincia 7.225 decessi in dieci mesi

Ormai sono dieci mesi che la pandemia ha sconvolto il nostro paese. E, mentre la Lombardia aspetta i primi vaccini anti Covid che potrebbero arrivare il 27 dicembre, continua il conto delle persone contagiate e che non ce l'hanno fatta. Anche l’hinterland milanese, colpito ma non affondato dalla prima ondata del contagio, ha dovuto fare i conti con un incubo diventato realtà. Oltre settemila morti, quasi 170mila persone ufficialmente positive, cui si aggiunge un numero imprecisato di casi sommersi. Le cifre della Regione raccontano infatti di un tasso di pazienti che supera il 5 per cento della popolazione: cinque persone ogni cento fra chi si incontra per strada, a bordo di un treno o di un convoglio della metropolitana hanno contratto il virus. Molti ne sono usciti, tanti altri, in media intorno agli ottant’anni, ne sono rimasti vittime. Per lo più nelle case di riposo, dove soltanto nei primi quattro mesi della pandemia, la mortalità è stata talmente alta da arrivare a 2.500 decessi in più, oltre due volte e mezza la cifra attesa. Così il Covid, che ha falcidiato la generazione nat ata fra il 1930 e il 1950, ha lentamente contagiato anche lo stile di vita della grande conurbazione intorno a Milano. Lo smart-working ha svuotato gli uffici.

Fiesco, il miracolo del paese salvato dal Coronavirus

Ma se Milano e la provincia sono state molto colpite, soprattutto nella seconda ondata di Coronavirus (nella prima è stata messa in ginocchio la Bergamasca), c'è anche chi è riuscito ad evitare i contagi. Si tratta di Fiesco, un paesino di 1.200 anime nel Cremonese. Qui, una domenica di marzo, dal pulpito, il parroco don Marino Dalè, da uomo di fede, ha l’intuizione: chiede l’intercessione della Madonna. "Ho chiesto ai miei parrocchiani di rinunciare a qualcosa – ricorda il sacerdote - di fare un voto, di offrire un dono alla Madonna perché stendesse le sue mani sul paese. Ho chiesto alla madre di Gesù di proteggerci, e il risultato è che non abbiamo avuto alcun decesso né nella prima fase né in questa seconda ondata".

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