Coronavirus, in Lombardia oltre 80mila contagiati e il 50% dei nuovi casi in Italia

Sono 689 i nuovi casi, in crescita rispetto ai 634 di ieri. Migliora invece Milano con 182 nuovi contagiati contro i 243 del giorno prima

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Milano, 7 maggio 2020 - In Lombardia sono 80.089 i contagiati da coronavirus, con un aumento nelle ultime 24 ore di 689 casi a fronte di 15.488 tamponi (455.294 totali), ai quali vanno però aggiunti 31 casi, nel Varesotto, riguardanti il mese di aprile e rendicontati oggi. Ieri c'era stato un aumento di 634 nuovi casi con 14.546 tamponi effettuati. Considerando che in tutta Italia i nuovi casi registrati sono stati 1.404, nella nostra regione si concentra il 50% di tutti i nuovi casi accertati sul territorio nazionale. Per quanto riguarda agli altri dati resi noti da Regione Lombardia nella consueta conferenza stampa in diretta Facebook, i morti sono 14.745 in totale con un aumento di 134, inferiore a quello di ieri (+222); continuano a calare i ricoveri non in terapia intensiva (5.848, -231), stazionari quelli in terapia intensiva che restano 480.

I dati delle province

Coronavirus Lombardia per provinceNella provincia di Milano i casi risultati positivi al coronavirus sono 20.893, 182 più di ieri (+243 il giorno prima). Di questi, 8.766 nel capoluogo lombardo, 86 piu' di ieri (+91 il giorno prima). Oltre a quella di Milano, le province con più casi sono Bergamo (11.622 casi, +35), Brescia (13.391 casi, +124) e Cremona (6.178 casi, +27). I numeri nelle altre province: Monza e Brianza +81 (4.974), Sondrio +36 (1.266), Lodi +49 (3.204), Pavia +31 (4.652), Lecco +38 (2.419), Mantova +4 (3.221), Como +39 (3.440). Infine, Varese ha 24 nuovi casi cui bisogna aggiungere i 31 di aprile rendicontati solo oggi, per un totale di 3.073 positivi. 

Da test sierologici rischio nuovi focolai

Intanto l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera ha reso noto che sono 33.306 i test sierologici effettuati fra personale sanitario (25.331) e soggetti in quarantena fiduciaria (7.975) dallo scorso 23 aprile nelle Ats della Lombardia. Dalle analisi dei referti, "si conferma una limitata siero prevalenza media fra gli operatori sanitari e si consolida l'indicazione in base alla quale le misure di quarantena hanno rappresentato un ottimo sistema per contenere la diffusione del virus: la metà dei cittadini in isolamento domiciliare non ha contratto il Covid e, di conseguenza, non ha rischiato di trasmetterlo". "Da questi ulteriori dati preliminari - aggiunge Gallera - risulta che la maggior parte dei cittadini non è mai entrata in contatto con il virus e quindi è potenzialmente suscettibile. Il rischio di nuovi focolai è concreto e le misure per la ripartenza devono tenere conto di questo aspetto". 

Via libera alle attività sportive

A partire da domani, venerdì 8 maggio, saranno consentite in Lombardia le attività sportive individuali all'aria aperta nell'ambito dei rispettivi impianti, centri e siti sportivi. È quanto stabilisce un'ordinanza della Regione, fissando comunque alcune limitazioni e lineee guida da seguire. Saranno quindi consentiti, tra gli altri, golf, tiro con l'arco, tiro a segno, atletica, equitazione, vela, canoa, attività sportive acquatiche individuali, canottaggio, tennis, corsa, escursionismo, arrampicata sportiva, ciclismo, mountain-bike, automobilismo, motociclismo e go-kart

I militari russi lasciano Bergamo

false"Avete portato il vostro aiuto concreto per fare respirare i nostri medici che stavano lavorando in maniera indefessa. Ci avete portato il valore dell'amicizia e della solidarietà e e il valore di non averci fatto sentire soli nel momento del bisogno e della difficoltà". Così il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, si è rivolto ai militari della brigata russa durante la cerimonia di saluto del contingente di 104 persone, venute in Lombardia e in particolare nella Bergamasca e nel Bresciano, epicentro del coronavirus. "Credo sia stata una prova dura - ha aggiunto - vi dico grazie per quel che avete fatto. Questa è la dimostrazione che nel nostro mondo esiste la parola amicizia, solidarietà e aiuto". Medici e infermieri della brigata russa hanno lavorato nell'ospedale in Fiera a Bergamo dove sono guarite 76 persone colpite dal Covid e hanno sanificato Rsa nella Bergamasca e in provincia di Brescia per circa 2 milioni di metri quadrati. 

Il caso Rsa

Due dipendenti del Pio Albergo Trivulzio che hanno contratto il Covid 19 hanno avanzato richiesta di risarcimento danni, sostentendo l'esistenza di un "nesso" causale tra  le infezioni e la condotta della struttura nei giorni dell'emergenza. Invece, un lavoratore che denunciò l'Istituto Palazzolo Fondazione Don Gnocchi, facendo scattare l'indagine dei pm di Milano sui contagi di coronavirus nella Rsa, ha ricevuto una lettera di licenziamento dalla cooperativa Ampast, operante nella struttura. Altri dipendenti avrebbero ricevuto lettere di sanzione disciplinare in cui si preannuncia trasferimento in altre sedi.

Imprese lombarde in rivolta, aiuti insufficienti

Per le imprese gli aiuti arrivati sono del tutto insufficienti per far fronte all’emergenza Covid-19. La pensa così il 92% delle imprese delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza che sottolineano la sproporzione assoluta fra il danno economico subito dal lockdown e le risorse finora stanziate (e in moltissimi casi non ancora arrivate). Il 55% delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha fatto ricorso alla cassa integrazione, in particolare nel comparto della ristorazione (70%), ma nel 95% dei casi i dipendenti non hanno ancora ricevuto i soldi. Sono alcuni degli spunti che emergono dall’indagini condotta dalla Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza sull’impatto economico che l’emergenza Coronavirus ha provocato alle imprese del terziario e sulle misure di sostegno necessarie per affrontare la Fase 2.

Fase 2 a scuola: "Classi pollaio e zero sicurezza"

L’incertezza sulle misure di sicurezza nelle scuole che, nella fase due dell’emergenza coronavirus, "rende impossibile immaginare ad oggi una ripresa delle attività in presenza sul nostro territorio". Carenza di personale, precariato e problemi irrisolti che "da anni affliggono le scuole milanesi" e nel nuovo anno scolastico 2020/21 rischiano di esplodere. Lo hanno messo nero su bianco i sindacati milanesi Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Fgu Gilda Unams e Snals Confsal, che hanno scritto una lettera unitaria al prefetto di Milano Renato Saccone, al dirigente dell’ufficio scolastico di via Soderini Marco Bussetti, ex ministro dell’Istruzione, e al sindaco di Milano Giuseppe Sala. Chiedono un incontro, e minacciano lo "stato di agitazione sindacale di tutto il personale" con proteste per denunciare il caos nel mondo della scuola.