Coronavirus in Lombardia, 43.208 casi: contagi e decessi ancora in calo

I morti sono 381, per un totale di 7199. Dimuiscono i contagi a Milano. Gallera: "Trend di minore accessi in terapia intensiva, siamo sulla strada giusta"

Emergenza coronavirus (foto di repertorio)

Emergenza coronavirus (foto di repertorio)

Milano, 31 marzo 2020 -  Per il sesto giorno consecutivo è ancora in calo la crescita dei contagi in Lombardia: i nuovi casi positivi sono 1.047, per un totale di 43.208 contagiati in regione. Ieri l'aumento era stato di 1.154, l'altro ieri di 1592. In calo anche il numero di morti che sono 381, per un totale di 7199. Ieri erano stati 458, l'altro ieri 416. Un dato molto importante arriva dalle terapie intensive: è negativo per la prima volta dall'inizio dell'emergenza coronavirus il dato degli accessi in terapia intensiva in Lombardia: ieri c'erano infatti 1330 pazienti ricoverati in rianimazione e oggi sono invece 1324, 6 in meno. Aumenta di poco invece il dato dei ricoverati in reparti non di terapia intensiva: sono 68 in più, per un totale di 11.883. I dimessi sono 10.885 (+548). "I dati di oggi sono una conferma di una speranza che diventa qualcosa di più. Ma non possiamo abbassare la guardia - ha detto l'assessore al Welfare Giulio Gallera riferendo i dati odierni -. Negli ultimi sei giorni i ricoveri in terapia intesiva sono calati. C'è un trend di minore accesso alle terapie intensive. L'ospedale in Fiera sarà un hub per pazienti Covid e speriamo di poter far tornare gli ospedali a occuparsi anche di altro". 

I dati delle province

I dati sull'andamento dei contagi da Coronavirus in Lombardia mostrano rallentamenti in praticamente tutte le province. Nella provincia di Milano sono ad oggi 8911 i positivi al coronavirus, con un incremento di 235 rispetto a ieri. Il valore incrementale però è in "netta riduzione" rispetto ieri quando era di 347 in confronto al giorno prima", ha sottolineato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. Con un focus sulla sola città di Milano, il totale dei positiviè  di 3656, ovvero +96 rispetto a ieri, ma il 30 marzo rispetto al giorno prima l'incremento era stato di 154. Nella provincia di Bergamo i casi di coronavirus sono arrivati a quota 8.803, 139 più di ieri. A Brescia invece si sono accertati 154 nuovi casi e il totale è arrivato a 8.397. Le altre province: Como, 1.101 casi (+40), Cremona 3.869 (+81), Lecco 1.470 (+33), Lodi 2.116 (+29), Monza Brianza 2.462 (+100), Mantova 1.688 (+71), Pavia 2.133 (+97), Sondrio 470 (+24), Varese 893 (+27)

Gli spostamenti dei lombardi

Il vice presidente della Regione Fabrizio Sala ha reso noti i dati sugli spostamenti dei lombardi: "La mobilità rispetto alle settimane precedenti cala sempre di più come si evince dai dati. Gli spostamenti sono diminuiti in media di 6-7 punti nei giorni feriali e 10 punti in meno nel weekend. La mobilità domenica era al 28% rispetto a un giorno nomale, lunedì si è andati al 42%, in linea con settimana precedente. In questo 42% ci sono anche i servizi essenziali e le aziende che stanno producendo mascherine e dispositivi medici che abbiamo dovuto cercare all'estero. Ricerca sta facendo passi da gigante per ingegnerizzare sistemi sanitari e speriamo presto di essere autosufficienti".  Il vice presidente ha annunciato l'apertura di un nuovo bando dal 6 aprile per lo studio della terapia contro il Covid e sistemi di controllo del virus. "Finanzieremo i ricercatori per arrivare a questo obiettivo - ha spiegato -. Noi contiamo molto sulla nostra comunità scientifica che non è seconda a nessuno". 

L'app per mappare il rischio contagio

Il vice presidente Sala ha poi lanciato un appello: "Vi chiediamo di scaricare una applicazione, 'AllertaLom', chi ce l'ha già la deve aggiornare. Oltre ai diversi servizi della Protezione Civile, c'è una sezione Coronavirus con questionario da compilare (è totalmente anonimo). Serve ai nostri virologi ed epidemiologi per mappare il rischio di contagio. Non sostituisce sistema sanitario ma per noi è molto importante".

Gallera: faremo grande test sierologico

Il test sierologico, una "grande mappatura", andrà fatto sicuramente "quando sarà finita la pandemia" per capire chi ha contratto e chi ha superato il virus. L'assessore Gallera ha spiegato "ad oggi, abbiamo fatto partire uno studio sui 100 kit in commercio per capire se in questa fase possono essere utili. Quei pochi che abbiamo iniziato a testare non sono efficaci in questa fase, perché gli anticorpi si sviluppano successivamente all'infezione". "I nostri scienziati sono tra i migliori in Italia che fanno le prove - ha aggiunto - e quello che è successo è che su 29 persone in pronto soccorso con il tampone positivo, per 27 di queste, i test sierologici hanno dato esito negativo perché non avevano ancora sviluppato gli anticorpi. Allora il rischio è che se pensiamo di essere negativi perché non abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi, giriamo e infettiamo gli altri. Quando daremo il là ai test sierologici sarà perché ne abbiamo trovato uno capace di dare una fotografia precisa e certa, altrimenti li utilizzeremo in una fase successiva".

L'ospedale in Fiera a Milano

"Abbiamo fatto in 10 giorni ciò che in maniera ordinaria si fa in qualche anno". Lo ha detto il presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali alla presentazione, stamani, del nuovo ospedale e centro di terapia intensiva a Fiera Milano, realizzato in dieci giorni per l'emergenza coronavirus. "Tutto questo - prosegue Pazzali - non sarebbe stato possibile senza le oltre 1.200 donazioni, da chi ha messo 5 euro a chi ha messo milioni. Abbiamo raccolto quasi 21 milioni di euro, che consentiranno di chiudere questo progetto. Oggi siamo qui per prendere atto di un grande risultato, abbiamo realizzato il meglio che si poteva fare in questi 10 giorni in una situazione drammatica. Hanno lavorato in 10 giorni, 500 persone su 3 turni per 24 ore al giorno e quasi 100 imprese. Milano e la Lombardia stanno combattendo una battaglia incredibile e noi abbiamo fatto qualcosa che speriamo sia di aiuto in questa battaglia". 

I morti 'sommersi'

Resta purtoppo ancora significativo il numero dei decessi. Ma il dato delle vittime sarà l'ultimo a calare, come sottolineato più volte dal Pirellone, dato che si tratta di persone che hanno un lungo decorso medico e dunque, solitamente, rientrano prima nelle altre 'categorie' di contagiati, ospedalizzati e ricoverati in terapia intensiva. Vero però anche, purtroppo, che esiste un 'sommerso' di morti senza tampone, persone che muoiono in casa senza essere ufficialmente considerate vittime del Covid-19 ma di fatto morte a causa del virus. Una sitiuazione denunciata più volte dai sindaci e, negli ultimi giorni, anche dalle case di riposo dove gli anziani ospiti sono particolarmente vulnerabili. Viene quindi messo in discussione il sistema della 'conta', con i numeri resi noti quotidianamente dalla Regione (e a livello nazioanle dalla Protezione civile). "Il dato complessivo dei morti non fotografa l'intera situazione, lo sappiamo, è un dramma che sta segnando in maniera profonda la nostra terra e lo ricorderemo", ha ammesso ieri l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. 

Misure restrittive anche ad aprile

Per quanto riguarda il rallentare dei contagi, secondo la Regione cè la prova che le rigorose misure di contenimento stanno funzionando. Il governatore Attilio Fontana chiederà quindi al Govenro di "mantenere il contenuto dell’ordinanza approvata e ancora valida in Regione". L'ordinanza scadrà infatti il 4 aprile ma la Lombardia, d'intesa con altre regioni, vorrebbe prolungarla "almeno fino alla metà del mese".

Minuto di silenzio in tutta Italia

Oggi a mezzogiorno si è tenuto un minuto di silenzio davanti ai municipi di tutti gli ottomila Comuni italiani, per rendere omaggio alle vittime del coronavirusUn'iniziativa lanciata dai 243 sindaci della Bergamasca e recepita dall'Anci a livello nazionale.