Chiesa e vaccini anti Covid: questa volta i no vax si arrabbiano con Famiglia Cristiana

Un tweet della storica rivista scatena l'indignazione in rete

Papa Francesco

Papa Francesco

Roma, 11 febbraio 2022 - "È morto a 89 anni Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina nel 2008 per le sue ricerche sul virus dell’AIDS. Negli ultimi tempi si era distinto per prese di posizione polemiche e senza basi scientifiche". Sono bastate le ultime tre parole di questo breve tweet per scatenare l'indignazione dei no vax contro la testata autrice del post sulla morte del professore francese. Testata che - a sopresa ma nemmeno troppo - è la storica rivista di ispirazione cattolica Famiglia Cristiana. Quello che non le si perdona è proprio l'essere cristiana e allo stesso tempo difendere la scienza: "ignobili", "scribacchini", "irrispettosi" nei confronti di un morto, "combriccola cattocomunista" e, peggio ancora, fautori di un nuovo culto. 

Ma la posizione di Famiglia Cristiana non soprende affatto. Fin dall'inizio della pandemia la Chiesa, quanto meno quella ufficiale, ha mantenuto una linea di prudenza e fiducia nelle indicazioni della scienza. Gli esempi sono innumerevoli, a partire da quando - durante il primo lockdown - le chiese furono chiuse, con la trasmissione in streaming delle funzioni religiose. E poi riaperte seguendo rigide regole: niente acqua santa, niente libretti dei canti, niente segno della pace, distanziamento sulle panche, mascherine e gel. 

Il papa e i vaccini 

Papa Francesco si è speso in prima persona a favore della campagna vaccinale anti Covid. Il pontefice non solo si è vaccinato, ma ha in più occasioni parlato a favore delle vaccinazioni. In agosto dello scorso anno aveva definito l'atto di vaccinarsi come un "atto d'amore": "Grazie a Dio e al lavoro di molti, oggi abbiamo vaccini per proteggerci dal Covid-19. Questi danno la speranza di porre fine alla pandemia, ma solo se sono disponibili per tutti e se collaboriamo gli uni con gli altri. Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per se stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli".  

Lo Stato del Vaticano 

Il Vaticano è stato fin da subito molto rigido nel suo programma di vaccinazione. Nel febbraio 2021 un decreto del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, cardinale Giuseppe Bertello, aveva dettato la linea. Ed era piuttosto dura contro i dipendenti contrari al vaccino senza comprovate esigenze di salute. "Si ritiene il sottoporsi alla vaccinazione la presa di una decisione responsabile atteso che il rifiuto del vaccino può costituire anche un rischio per gli altri e che tale rifiuto potrebbe aumentare seriamente i rischi per la salute pubblica", si leggeva nel preambolo. L'articolo 6 prevedeva diverse sanzioni per chi si fosse rifiutato, che potevano arrivare perfino "alla interruzione del rapporto di lavoro" in caso di non comprovate ragioni di salute, in questo richiamando l'articolo 6 di una legge vaticana del novembre 2011.

La posizione dei vescovi 

La Conferenza Episcopale Italiana, in settembre, con una lettera ai vescovi ha esortato a immunizzare chi opera nelle parrocchie. "Le Conferenze Episcopali Regionali e ciascun Vescovo, sentiti i Consigli di partecipazione, possono formulare messaggi o esortazioni per invitare alla vaccinazione tutti i fedeli e, in particolar modo, gli operatori pastorali coinvolti nelle attività caratterizzate da un maggiore rischio di contagio, come quelle elencate". 

Vaccini e feti abortiti

Tra le obiezioni ai vaccini più diffuse tra i cattolici più tradizionalisti c'era quella che questi vaccini sarebbero prodotti con "feti abortiti". Detta così è una bufala. La questione è più complessa: nella fase di sperimentazione e sviluppo di alcuni vaccini (come AstraZeneca e Johnson&Johnson) sono state impiegate due note linee di cellule fetali umane ottenute da aborti volontari, uno del '72 e uno dell'85. Su questo tema una nota della Congregazione per la Dottrina della fede ha chiarito che "è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti". Infatti "il tipo di cooperazione al male (cooperazione materiale passiva) dell’aborto procurato da cui provengono le medesime linee cellulari, da parte di chi utilizza i vaccini che ne derivano, è remota". Quindi la Chiesa ha dato il via libera anche da un punto di vista etico. 

Le posizioni critiche

Ma questo vuol dire che tutti i rappresentanti della chiesa e i fedeli sono su questa linea di pensiero? Assolutamnente no, anzi. Nel corso di questi mesi sono stati diversi i sacerdoti e gli alti prelati che si sono espressi contro la vaccinazione. Spesso usando l'argomento dei feti abortiti, come un prete di Cesena. Lo stesso Bergoglio aveva confermato che nel collegio cardinalizio alcuni porporati avevano abbracciato tesi negazioniste, finendo per ammalarsi gravemente. 

Il più famoso oppositore della campagna vaccinale in seno alla chiesa è l'arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, nemico giurato di papa Francesco su tanti temi. Viganò è l'eroe dei no  vax ultra cattolici: ha definito la campagna di vaccinazione "un’azione satanica contro Dio" e in un video trasmesso da La7 nega l’esistenza del Covid parlando di "psico-pandemia".