Covid, la Cei ai vescovi: fate vaccinare gli operatori delle parrocchie

Lettera di esortazione per un "atto d'amore" verso la comunità. La richiesta è di un invito ai fedeli e in particolare a catechisti, educatori, cantori

Fedeli in una chiesa

Fedeli in una chiesa

Sul tema dei vaccini e di una scelta di aderire alla campagna come "atto d'amore" prende posizione la Conferenza Episcopale Italiana con una lettera ai vescovi che esorta a immunizzare chi opera nelle parrocchie. "Le Conferenze Episcopali Regionali e ciascun Vescovo, sentiti i Consigli di partecipazione, possono formulare messaggi o esortazioni per invitare alla vaccinazione tutti i fedeli e, in particolar modo, gli operatori pastorali coinvolti nelle attività caratterizzate da un maggiore rischio di contagio, come quelle elencate". Così si esprime la Presidenza Cei nella lettera per l'inizio del nuovo anno pastorale dedicata al tema "Curare le relazioni al tempo della ripresa". "Per contribuire a una maggiore e più efficace informazione, in questa fase potrebbe essere opportuno promuovere incontri con esperti che possano offrire spiegazioni e delucidazioni sul tema delle vaccinazioni".

Nella lettera si spiega che "nella cura della relazione pastorale non deve mai mancare l'attenzione massima alle persone che s'incontrano e che s'intende servire come operatori. Tale attenzione diventa gesto di amore anche attraverso la scelta di vaccinarsi", ricordando quanto detto sull'argomento da papa Francesco e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La Cei ricorda come il tema della vaccinazione rientri "nella più ampia materia della tutela della salute pubblica ed è affidato alle competenti autorità dello Stato. Finora l'obbligo vaccinale riguarda solo alcune circoscritte categorie di lavoratori. La normativa civile attuale non prevede l'obbligo vaccinale né richiede la certificazione verde per partecipare alle celebrazioni o alle processioni né per le attività pastorali in senso stretto (catechesi, doposcuola, attività caritative…)". Tuttavia per la Presidenza Cei "resta fondamentale mitigare i rischi di trasmissione del virus, che è ancora pericoloso, specialmente nelle sue varianti. Per questo è bene continuare a osservare le misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio, quali l'uso delle mascherine, il distanziamento fisico e l'igiene costante delle mani. La prevenzione di nuovi focolai passa, infatti, attraverso l'adozione di comportamenti responsabili e un'immunizzazione sempre più diffusa".

"La tematica è complessa e la nostra riflessione dovrà rimanere aperta. - riconosce la Cei -. L'appello del Papa, tuttavia, interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell'azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a 'un atto di amore' per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate". "Facciamo quanto è nelle nostre possibilità - continua la lettera- perché le relazioni pastorali riprendano nella cura vicendevole e, specialmente, dei più deboli".

Questo perché "ci sono alcune attività pastorali che possono esporre a un particolare rischio di contagio o perché svolte in gruppo (come la catechesi) oppure per la loro stessa natura (come le attività coreutiche). La cura delle relazioni chiede d'incentivare il più possibile l'accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori".