Morto lo scienziato Luc Montagnier. Dal Nobel per gli studi sull'Aids alla svolta no vax

La notizia della scomparsa si era diffusa nella serata di ieri, mercoledì 9 gennaio. Oggi pomeriggio la conferma

Luc Montagnier in una foto di qualche anno fa

Luc Montagnier in una foto di qualche anno fa

La notizia circolava da ieri sera, anche se fino a oggi pomeriggio non aveva ricevuto alcuna conferma. Conferma che è invece arrivata dopo l'accertamento da parte di CheckNews. E' morto lo scienziato francese Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina nel 2008 in seguito ai suoi studi sull'Aids. Negli ultimi tempi era diventato "beniamino" e punto di riferimento della galassia no green pass e no vax, per le sue posizioni contro i vaccini. Un mese fa aveva partecipato a un evento di protesta contro il green pass organizzato a Milano. 

Montaigner aveva 89 anni. La morte risale a martedì 8 febbraio. Montaigner era ricoverato nell'ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi. Nella serata di mercoledì 9 gennaio le prime voci sul suo decesso, circolate in rete e rilanciate dalla testata France Soir. Lo staff dello specialista, però, aveva smentito. Oggi pomeriggio la definitiva conferma.

"Questa volta il cuore ha ceduto": lo ha riferito il medico Gérard Guillaume, considerato tra i più fedeli collaboratori di Luc Montagnier. Alla domanda sulle cause del decesso del professore francese Premo Nobel per la medicina, se fosse morto per Covid, Guillaume si è limitato a rispondere: "Non spetta a me dare informazioni, spetta alla famiglia decidere se esprimersi o meno. Io posso dire che se n'è andato in pace, con dignità, accanto ai propri cari. Era molto anziano, malato da tempo, fragile".

Il profilo

Biologo e virologo francese, Luc Antoine Montagnier era nato il 18 agosto del 1932 a Chabris, un piccolo comune situato nel Centro-Valle della Loira. Era direttore emerito del Centre national de la recherche scientifique e dell'Unità di Oncologia Virale dell'Istituto Pasteur di Parigi, dove nel 1983 assieme a Francoise Barrè-Sinoussi, isolò - primo al mondo - il virus Hiv. Per questa eccezionale scoperta Montagnier vinse il Premio Nobel per la Medicina nel 2008. Lo scienziato ha lavorato con alcuni fra i più grandi istituti scientifici del mondo. Oltre a essere direttore emerito del Cnrs e professore all'Institut Pasteur, è stato direttore del Center for Molecular and Cellular Biology al Queens College della City University di New York, direttore di un istituto di ricerca alla Jiao-tong University di Shanghai. Il suo lavoro ha ricevuto innumerevoli premi e riconoscimenti.

Fin qui la faccia positiva della medaglia. C'è, infatti, nella traiettoria di vita del grande biologo un deragliamento, risalente a questi ultimi anni, dai binari del rigore e della razionalità. Montaigner, infatti, ultimamente aveva fatto parlare molto di sé per aver sposato e sostenuto molte teorie antiscientifiche. Dalle sue dichiarazioni nel 2010 riguardanti l'Hiv, che poteva essere eradicato con un particolare schema nutrizionale, alle ricerche sulla memoria dell'acqua, principio alla base dell'omeopatia. E ancora: l'uso della papaya contro la Sars e il Parkinson. Insomma, posizione quasi stregonesche, culminate, nel corso della pandemia da coronavirus, nel sostegno di molte tesi alla base dei movimenti no vax, mettendo in dubbio la sicurezza dei vaccini. Infine, ha fatto molto discutere il suo appoggio a Stamina e di recente alle teorie complottiste legate al virus Sars-CoV-2 e ai vaccini antiCovid.