Bollettino settimanale di Gimbe: stabili i contagi ma 50% in più di morti

La Fondazione boccia la proposta delle Regioni di cambiare i parametri: inapplicabili e rischiosi. Gli asintomatici sono comunque contagiosi

I dati elaborati da Gimbe

I dati elaborati da Gimbe

Cambiare i parametri della pandemia Covid che determinano i colori  delle Regioni? Per la Fondazione Gimbe non è una buona idea anzi, pur a fronte di una stabilità dei contagi si registra infatti un numero maggiore di morti .

"Nell'ultima settimana - dichiara Nino Cartabellotta presidente di Gimbe - si è registrata una sostanziale stabilizzazione dei nuovi casi intorno a quota 1,2 milioni, con un incremento del 3% rispetto alla settimana precedente e una media mobile a 7 giorni che passa da 174.576 del 12 gennaio a 177.652 il 18 gennaio (+1,8%). Una frenata nazionale della curva che risente di situazioni regionali molto diverse".

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Ma torniamo alle modifiche dei parametri chieste dalle Regioni. "Sono inapplicabili -  spiega' Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbee -  rischiose le richieste delle Regioni di modificare le definizioni di caso e ricovero Covid-19 e di mantenere in servizio gli operatori sanitari positivi. Condivisibili, ma da integrare, quelle relative al contact tracing e alle scuole primarie". La pandemia "presenta uno scenario ancora critico con circolazione del virus e da rilevante occupazione degli ospedali'" Quanto alla modifica alla definizione di caso Covid-19,"'dal momento che la maggior parte delle persone positive sono asintomatiche o paucisintomatiche, ma possono trasmettere il contagio, non è possibile, ai fini della sorveglianza dell'epidemia, modificare la definizione di caso includendo, come proposto dalle Regioni, solo chi, a fronte di un tampone positivo, è anche sintomatico", afferma Cartabellotta. "Poi, non considerare come pazienti Covid-19 i ricoverati per altra patologia a cui viene riscontrata una positività' occasionale è'inapplicabile e rischiosa per motivi clinici, organizzativi e medico-legali", mentre "mantenere in servizi operatori sanitari positivi innanzitutto contrasterebbe con la legge Gelli sulla sicurezza delle cure'.

La Fondazione Gimbe  nvece considera invece ragionevole la proposta delle Regioni che chiedono che, in caso di una positività in classe, in attesa del tampone T0 gli studenti rimangano a casa senza frequentare né' la scuola, né' le attività comunitarie. Infine, il contact tracing: 'La proposta delle Regioni di riservarlo ai casi sintomatici non è basata su evidenze scientifiche - afferma Cartabellotta - perché oggi l'elemento discriminante dovrebbe essere rappresentato dallo status vaccinale, visto che i vaccinati si infettano meno e, soprattutto, trasmettono meno il virus".

L'elaborazione dei dati nella settimana 12-18 gennaio 2022 rispetto alla precedente conferma una stabilizzazione del numero di nuovi casi (1.243.789 rispetto ai  1.207.689) e un aumento dei decessi (2.266 contro i 1.514). In crescita anche le persone in isolamento domiciliare (2.540.993 contro 2.115.395), i ricoveri con sintomi (19.448 contro 17.067) e, in misura minore, le terapie intensive (1.715 rispetto 1.677).

L'incidenza supera i 2.000 casi per 100.000 abitanti in 58 province.L'83,7% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 79,6% ha completato il ciclo vaccinale. negli ultimi 7 giorni, stabili le nuove vaccinazioni nella fascia 5-11 (240.920) che rappresentano quasi metà delle prime dosi. Ancora scoperte 8,1 milioni di persone di cui oltre 2 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione. Per le terze dosi il tasso di copertura al 70,8% con nette differenze regionali.

Covid oggi Lombardia e Italia, bollettino coronavirus del 19 gennaio 2022: contagi e morti