Cremona, motto fascista all'inaugurazione della sede di Fratelli d'Italia. È polemica

L'indignazione del presidente del consiglio comunale: "Parole irricevibili". No comment dal partito

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Cremona, 18 febbraio 2023 - E' polemica a Cremona tra amministrazione comunale e Fratelli d'Italia per l'inaugurazione della nuova sede in quello che in città è stato lo storico quartier generale di Alleanza Nazionale. Alcuni presenti al taglio del nastro, giovedì sera, hanno scandito il motto fascista "Credere, obbedire, combattere", innescando esultanza e applausi. Motto "irricevibile" secondo il presidente del Consiglio comunale, Paolo Carletti, intervenuto a nome dell'amministrazione di centrosinistra all'appuntamento a cui hanno partecipato fra gli altri il senatore FdI Renato Ancorotti e il neo consigliere regionale lombardo Marcello Ventura.

"Aprire la sede di partito - ha osservato Carletti - è un fatto democratico importante, ma altrettanto importanti sono le parole che si usano in quel luogo. E quelle parole non possono tradire la Costituzione su cui la nostra democrazia si fonda. E se lo fanno, richiedono una presa di distanza immediata. Noi crediamo che il motto utilizzato sia irricevibile". "Quelle parole, "credere, obbedire, combattere", furono alla base di un regime dittatoriale che portò morte e guerra, odio e distruzione delle coscienze. Oggi, proprio oggi - ha concluso -, siamo certi che, per tutti, siano invece le parole della nostra Costituzione il fondamento solido di ogni agire politico, sociale e civile". Ad ora, nessuna replica da parte da Fratelli d'Italia.

Un caso analogo vide qualche mese fa protagonista Romano La Russa neo-assessore regionale alla Sicurezza e fratello di Ignazio, è filmato mentre fa il saluto romano durante i funerali di Alberto Stabilini, militante dell'estrema destra milanese. Tradizione nera vuole che l'ultimo saluto ad un compagno di credo politico sia tributato ripetendone tre volte il nome, alzando altrettante volte il braccio destro, nel gesto del saluto romano, e scandendo all'unisono una sola parola: “Presente!”. Nei giorni successivi Romano La Russa prese le distanze definendo il gesto come "il saluto militare di 15 vecchietti rincoglioni".