
L’inchiesta delle Fiamme Gialle di Crema su una serie di reati fiscali e finanziari ha comportato controlli
Crema – Calcio nella bufera per i risultati dell’inchiesta, durata parecchi mesi, della Guardia di finanza di Crema in merito al comportamento di alcuni amministratori. Le Fiamme Gialle non nominano la società coinvolta ma in città i rumors sono molto forti. Al termine di un’indagine articolata e complessa i Finanzieri della Compagnia di Crema hanno denunciato sei persone fisiche, in qualità di amministratori di diritto e di fatto di diverse società, per una serie di gravi reati fiscali e finanziari.
Dal 2017 al 2020 gli indagati avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti beneficiando così di risorse pubbliche e di notevoli risparmi di imposta. Le investigazioni scaturiscono da un’attività eseguita dalle Fiamme Gialle nei confronti di una società di Crema nel settore della pubblica informazione che, dal 2017 al 2019, attraverso fatture per operazioni inesistenti, aveva ricevuto soldi pubblici. Successivamente, nel corso degli accertamenti svolti, è emerso che circa 850mila euro venivano trasferite a due società del settore sportivo dilettantistico.
Dai successivi accertamenti di polizia giudiziaria svolti dalla Gdf è emerso che ulteriori fondi pubblici destinati alla realizzazione di progetti formativi, pari a circa 380mila euro ottenuti da una società di servizi, non erano stati destinati alle finalità previste dal progetto iniziale. Inoltre nel corso delle indagini è stato accertato che gli amministratori di tre società, di cui una di diritto bulgaro, hanno riciclato le somme provenienti dalla malversazione per un importo complessivo pari a circa 380mila euro.
Gli amministratori delle società coinvolte sono stati denunciati per dichiarazione fraudolenta, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, riciclaggio e malversazione di erogazioni pubbliche. Da ultimo sono stati eseguiti controlli fiscali per le annualità dal 2018 al 2024 nei confronti delle due società sportive dilettantistiche finite nel mirino della Gdf, che hanno permesso di constatare oltre due milioni di costi indeducibili nonché l’omesso versamento dell’Iva per circa 200mila euro e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 820mila euro.