Coronavirus in Lombardia, quasi 3mila nuovi contagi e impennata di ricoveri

Gli ospedali sono sempre più sotto pressione. L'Ats: "Situazione critica in particolare a Milano e nella Città metropolitana"

Coronavirus, sanitari in ospedale (Ansa)

Coronavirus, sanitari in ospedale (Ansa)

Milano, 19 ottobre 2020 -  Non si arrestano i contagi da Coronavirus in Lombardia: in 24 ore si contano 2.975 nuovi positivi. Effettuati 30.981 tamponi, per un totale di 2.502.284 da inizio pandemia. Il rapporto tamponi-casi sale nuovamente, attestandosi al 9,6% (ieri era al 9,1%). In aumento anche i decessi: oggi i morti sono 21, ieri erano 13. Nel complesso le vittime da inizio emergenza hanno raggiunto quota 17.078. Il nodo più critico resta quello della pressione sugli ospedali: più di 1.065 i ricoverati. Le terapie intensive salgono di 14 unità, i pazienti sono 110, di cui 84 intubati. Crescono anche i ricoverati, 122 in più in 24 ore. Forte incremento dei guariti/dimessi: 1.285 in un giorno (86.397, di cui 1.677 dimessi e 84.720 guariti). 

I dati delle province

La provincia di Milano si conferma nell'occhio del ciclone: 1.463 i nuovi casi, di cui 727 a Milano città. Prosegue l'aumento della curva dei contagi anche a Varese (+354) e Monza e Brianza (+353). Incremento a tre cifre anche in provincia di Como (+154, in calo rispetto a ieri) e Pavia (+132). Seguono la provincia di Brescia (+93) e quella di Bergamo (+89). Incremento di 62 a Lodi e di 60 a Lecco. A Cremona +46, a Mantova +24. Chiude la provincia di Sondrio, con +23: un aumento "contenuto" ma comunque rilevante per una provincia che nel corso dell'estate spesso era riuscita a raggiungere la soglia degli "zero contagi". 

Il Dpcm del 18 ottobre 2020

Chiusure temporanee, una sorta di 'coprifuoco' deciso dai sindaci, in piazze e vie dopo le 21 di fronte a eventuali rischi di assembramenti, didattica a distanza solo in situazioni critiche e possibili turni pomeridiani per le classi.  Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno firmato il Dpcm del 18 ottobre 2020 (ECCO COSA CAMBIA IN LOMBARDIA) sulle misure per il contrasto e il contenimento dell'emergenza Covid-19, dopo un innalzamento dei contagi in tutta Italia. Il provvedimento è in corso di registrazione sulla Gazzetta Ufficiale e le disposizioni si applicano a partire da oggi, 19 ottobre.

Galli: "Mi auguro Dpcm sia sufficiente"

E' ottimista, o almeno ci prova, Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, riguardo  le misure del nuovo Dpcm: "Mi auguro siano sufficienti, voglio tentare di essere ottimista, sottolineando il fatto che se si guarda alle curve dei Paesi vicini si vede chiaramente che, spostando indietro le loro curve, coinciderebbero esattamente con le nostre, con un paio di settimane di intervallo. Ci mettono di fronte a quello che ci si può aspettare nel prossimo futuro, se non che, senza interventi decisi, le nostre curve possano prendere un andamento più veloce. Mi auguro veramente con tutto il cuore di no, ma che ci sia allarme e che vada considerato con estrema attenzione ormai l`abbiano capito quasi tutti".

Gismondo: "Dpcm? Giusto compromesso"

"Le nuove misure" in Dpcm, "che non sono molto diverse da quelle in atto, sono il giusto compromesso tra la necessità non creare il disastro economico e quella di tentare un contenimento dell'avanzare delle infezioni" da Covid-19 in Italia. E' questa l'opinione di Maria Rita Gismondo, a capo del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Ho gradito il fatto che non siano stati decisi inasprimenti simil-lockdown perché veramente sarebbe stato un disastro", ha spiegato l'esperta, convinta che "senza una buona economia non avremmo mai una buona sanità". Più che giri di vite sugli orari delle attività ludiche, o sulla possibilità o meno di mantenerle, Gismondo invita a "mettere in atto controlli rigorosi per il rispetto delle misure" decise contro la corsa dei contagi.

Pregliasco: "Coprifuoco in città come Milano"

Commentando il nuovo Dpcm, il virologo e componente del Cts lombardo Fabrizio Pregliasco pensa che bisognerebbe prendere in considerazione l'eventualità di un coprifuoco nelle ore serali e notturne in città come Milano, Roma e Napoli e in tutte quelle zone del Paese dove la situazione potrebbe precipitare velocemente".  Secondo l'esperto, c'è la necessità di "fare il possibile per evitare il lockdown a Natale, che oltre a essere molto triste, sarebbe un grave problema per le scuole e per il lavoro".

L'Ats: "Aiutateci a fermare la corsa"

La Lombardia ieri ha sfiorato i tremila nuovi contagiati dal coronavirus. Numeri mai visti nemmeno durante l’emergenza di marzo e aprile, e anche se i tamponi quotidiani - ieri 30.981 – sono tre, quattro e anche cinque volte più di quelli che si facevano allora perlopiù a persone con sintomi seri che si presentavano in ospedale, "la situazione è critica in Lombardia ma in particolare a Milano e nella Città metropolitana", ha messo in chiaro il direttore generale dell’Ats Walter Bergamaschi lanciando un appello ai 3,2 milioni di abitanti della metropoli e del suo hinterland: "Occorre l’aiuto di tutti i cittadini per fermare la corsa del virus". "Quello che vediamo è che il contagio circola più velocemente nelle zone che sono state meno colpite la volta scorsa, quando è intervenuto il lockdown. Milano era stata colpita marginalmente, invece questa volta la ripresa delle attività ha visto Milano e altre zone della Lombardia riprendere. Quello che ci preoccupa è che non sappiamo esattamente in una grossa metropoli la velocità con cui il fenomeno si può verificare", ha aggiunto il direttore sanitario dell'Ats Milano Vittorio Demicheli,  questa mattina, a 'Buongiorni su Sky Tg24. E ancora: "Ieri la nostra Ats ha lanciato un allarme e un invito ai cittadini a fare ciascuno la propria parte. Ciascuno dovrà rinunciare a qualcosa, perché in questo momento la fase del contenimento purtroppo è inefficaceQuindi quello a cui lavoriamo in questo momento è invitare le autorità a prendere delle decisioni un po' più incisive"