Henkel, in Europa contro la chiusura

Lomazzo, ieri giornata nazionale di mobilitazione contro l’ipotesi di dismissione dell’impianto comasco

La seconda giornata di mobilitazione davanti ai cancelli di Lomazzo dello storico impianto

La seconda giornata di mobilitazione davanti ai cancelli di Lomazzo dello storico impianto

Lomazzo (Como), 18 febbraio 2021 -  Protesta , ma soprattutto solidarietà quella manifestata ieri dai mille lavoratori italiani del gruppo Henkel che hanno incrociato le braccia per esprimere il loro sostegno ai colleghi di Lomazzo che rischiano di rimanere senza lavoro per la decisione della multinazionale di trasferire la produzione a Ferentino. E proprio dallo stabilimento in provincia di Frosinone è arrivata la piena adesione alla protesta dei lavoratori comaschi. "Sono state due importanti giornate, ieri e oggi. I lavoratori della Henkel di Lomazzo hanno dimostrato tutta la loro contrarietà alla decisione della direzione di chiudere lo stabilimento: una scelta insensata e senza nessuna vera e corretta analisi produttiva fatta dal gruppo tedesco, leader nella detergenza – spiegano in un comunicato unitario Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil -. La direzione italiana ha comunicato la scorsa settimana che “La decisione si è resa necessaria per proteggere la stabilità e la competitività dell’azienda in una prospettiva di lungo periodo“, come organizzazioni sindacali abbiamo contestato l’analisi fornita dall’azienda, ricordando tra l’altro che i lavoratori dello stabilimento di Lomazzo hanno fatto straordinari fino ad ottobre con zero ore di cassa integrazione ordinaria.

Nel mese di dicembre inoltre sono state congelate ferie e permessi dei lavoratori fino alla prima settimana di gennaio 2021 a fronte di un importante carico di lavoro". Il premio per i lavoratori è stata la comunicazione che l’impianto chiuderà entro la fine di giugno perché Henkel non si può permettere di mantenere due impianti produttivi in Italia. "Riteniamo importante il sostegno delle forze politiche che abbiamo ricevuto nel corso della Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia – proseguono i sindacati -. Abbiamo già inviato una richiesta di incontro a livello internazionale, abbiamo sollecitato anche tramite il sindacato europeo del settore Chimico e tramite il Comitato aziendale europeo, la necessità di sospendere la chiusura dello stabilimento, una scelta completamente sbagliata che deve essere immediatamente rivista. Nella prossima settimana saranno programmate nuove iniziative e continuerà negli stabilimenti italiani l’agitazione indetta a supporto della vertenza sindacale aperta". Il Pirellone non è l’unico ad essersi mobilitato, grazie all’intervento del sindaco e dei parlamentari della Lega la crisi Henkel potrebbe finire entro breve tra i dossier del neomi nistro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. 

Un provvedimento è stato promosso anche a Bruxelles, all’attenzione del Parlamento Europeo, grazie all’intervento di Patrizia Toia. Un pressing che potrebbe coinvolgere entro breve anche l’ambasciata tedesca in Italia, per far pressione sul Governo di Angela Merkel al fine di richiamare Henkel alle sue responsabilità.  

Gli operai della Henkel: "Pronti a marciare sino a Dusseldorf"