Lomazzo, protesta dei lavoratori Henkel: a rischio 150 posti

In poche settimane sono passati dagli straordinari all'incubo di perdere il loro posto di lavoro, una doccia gelata quella piovuta addosso ai lavoratori

La protesta dei lavoratori

La protesta dei lavoratori

Lomazzo (Como), 16 febbraio 2021 - In poche settimane sono passati dagli straordinari all'incubo di perdere il loro posto di lavoro, una doccia gelata quella piovuta addosso ai lavoratori della Henkel di Lomazzo direttamente da Dusseldorf, dal quartier generale del colosso dei detersivi e dell'igiene della casa. "In questa azienda non si è fatta un'ora di cassa integrazione, l'impianto ha continuato a lavorare anche durante il lockdown e tutti gli indici produttivi ci dicono che qui produrre conviene ancora - hanno protestato lavoratori e sindacati di fronte ai cancelli dell'azienda - Non possiamo accettare che un impianto come questo venga chiuso in quattro minuti per il capriccio di qualcuno a Dusseldorf. La Henkel ha già chiuso quattro stabilimenti in Italia negli ultimi anni, ma questa volta glielo impediremo". 

A protestare insieme agli 81 lavoratori dell'impianto c'erano anche i 70 lavoratori dell'indotto. "Questa crisi rischia di costare molto di più, sono oltre 400 le persone che rischiano di trovarsi senza la garanzia di un futuro in piena pandemia, in un momento difficilissimo per l'intero Paese". Come hanno sintetizzato con uno slogan i lavoratori "Voi Perlana e noi per strada", ma questo alla Henkel nessuno vuole concederlo men che meno il mondo della politica che si è schierato compatto con i sindacati. 

Venticinque sindaci hanno firmato una lettera-appello in cui chiedono alla multinazionale di fare marcia indietro e questo pomeriggio una delegazione di dipendenti e sindacalisti verrà ricevuta al Pirellone. Questa mattina a esprimere la sua solidarietà ai lavoratori c'erano Raffaele Erba, consigliere regionale del M5s ed Eugenio Zoffili deputato della Lega, mentre nel pomeriggio è attesa Chiara Braga, parlamentare Pd. L'obiettivo è quello di aprire più tavoli per costringere l'azienda a trattare, oltre alla Regione la si punta ad avviare un confronto a Roma al Ministero per le Attività Produttive, senza escludere Bruxelles dove è stata depositata una richiesta di chiarimento al Parlamento Europeo da parte dell'europarlamentare Patrizia Toia. Domani la protesta proseguirà con uno sciopero che fermerà tutti e 7 gli impianti produttivi di Henkel in Italia.