ROBERTO CANALI
Economia

Dazi, scelte della Cina e caro-energia: a Como la tempesta perfetta fa tremare il settore tessile

Gianluca Brenna, presidente di Confindustria. “Mettiamo in campo strategie di filiera condivise e investiamo su innovazione e sostenibilità”

Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como

Gianluca Brenna, presidente di Confindustria Como

Como, 28 maggio 2025 – I dazi annunciati dagli Stati Uniti e la guerra commerciale con la Cina rischiano di condizionare il distretto industriale comasco legato a filo doppio alle performance del distretto tessile. “I dati dell’ultima indagine congiunturale – spiega il presidente di Confindustria Como, Gianluca Brenna (nella foto) – confermano, per il mese di marzo, un quadro di sostanziale stabilità dell’economia comasca. La tenuta della produzione e della domanda è un segnale positivo, ma non può farci trascurare le criticità: il settore tessile, per esempio, continua a registrare performance inferiori alla media trovandosi ad affrontare sfide significative dovute a nuove abitudini di consumo, in particolare da parte della Cina, che ha spostato gli acquisti sulla produzione interna, e all’aumento dei costi energetici, segno che la transizione in atto richiede strategie di filiera più condivise e investimenti strutturali su innovazione e sostenibilità”.

L’incertezza è legata soprattutto alla prospettiva dei nuovi dazi statunitensi che rischiano di compromettere le nostre esportazioni e incidere sulla redditività delle imprese, già in calo nel 2024, come evidenziato dalla Banca d’Italia.

“La flessione del margine operativo lordo e l’aumento dell’esposizione bancaria verso settori sensibili ai dazi, come la manifattura e la meccanica, richiedono misure coordinate per difendere la competitività internazionale del nostro sistema produttivo – conclude Brenna – In questo scenario, le imprese comasche stanno dimostrando capacità di adattamento e visione, esplorando nuovi mercati e accelerando su sostenibilità e digitalizzazione. Ma servono politiche industriali nazionali ed europee più coraggiose, in grado di sostenere chi investe, innova e crea lavoro in un contesto in rapido cambiamento”.

Sul versante del commercio internazionale le imprese esprimono preoccupazione sulla “guerra dei dazi” scatenata dagli Usa, oltre una realtà su quattro (28,0%) ritiene che le proprie attività commerciali saranno influenzate in maniera significativa mentre il 36,0% comunica che l’impatto sarà moderato.