Rivarossi, il trenino si è rotto: sparisce la collezione da sogno

Como, il proprietario inglese del marchio svende tutto

I trenini Rivarossi (Cusa)

I trenini Rivarossi (Cusa)

Como, 20 luglio 2017 - La leggenda vuole che l’ingegner Alessandro Rossi, ai tempi in cui la sua Rivarossi andava a gonfie vele e produceva i trenini più belli del mondo, mandasse ogni anno un suo emissario alla fiera di collezionismo di Norimberga, in Germania, per acquistare una copia di ogni nuovo modello dei rivali. Così in quarant’anni di storia il museo della Rivarossi era diventato il più grande e importante al mondo: completo di tutti modelli prodotti dall’azienda comasca dal 1946, più altre centinaia di pezzi unici di marchi come Lima, Jouef, Arnold, Roco. Quando nel 2004 la Hornby Hobbies acquistò il marchio, per otto milioni di euro, la sterminata collezione venne inscatolata e finì nel Kent, in museo nel parco di divertimenti del colosso del fermodellismo britannico. Tredici anni dopo, il tesoro rischia di andare definitivamente perduto, smembrato e venduto al migliaia di collezionisti privati in tutto il mondo da un misterioso compratore che ha acquistato a sua volta la collezione dalla Hornby, nel frattempo finita in cattive acque. Un colpo al cuore per migliaia di collezionisti italiani che avevano sperato, prima o poi, di poter riportare in Italia il sogno proibito della generazione che visse la sua infanzia dagli anni ’50 fino all’inizio degli anni ’80, prima che arrivasse il dominio dei videogiochi. Masticano amaro a Sagnino, il quartiere di Como dove l’azienda fino al 2000 aveva la sua produzione, prima del trasferimento a Isola Vicentina, nella sede della Lima che a sua volta la Rivarossi aveva acquisito.

Nei mesi di aprile e maggio 2008 lo storico stabilimento in via Pio XI, fu demolito per fare spazio a negozi e abitazioni. A parziale risarcimento della memoria dell’ingegner Alessandro Rossi il Comune di Como ha deciso di intitolargli il piazzale sorto al posto della fabbrica e il 3 marzo 2013, è stato scoperto un monumento dedicato a lui e all’azienda. Finché la collezione era di proprietà della Hornby qualcuno ha anche accarezzato l’idea di ricomprarla e organizzarla in un museo, ma ora l’impresa sembra davvero impossibile. Non sorridono neppure a Isola Vicentina, visto che insieme al Museo Rivarossi è andato perso anche quello della Lima, che faceva parte della collezione, fino al 2004 custodito nella saletta conferenze all’interno delle elettromotrici ex Ftv a Isola Vicentina. Per ironia della sorte proprio qui oggi si continuano a produrre trenini in scala, grazie al lavoro di progettisti e operai che un tempo lavorarono per Lima e Rivarossi, sotto il marchio Vitrains, mentre Rivarossi ora assembla le sue locomotive in Cina. «Quando abbiamo appreso la notizia ci siamo rimasti tutti male – spiega Stefano Ramunno, responsabile commerciale del marchio Vitrains – Avrebbero potuto chiedere anche a noi, riportare quella collezione in Italia era il sogno di tutti. Adesso il rischio è che si perda per sempre». A lanciare appelli anche la federazione Italiana Modellismo ferroviario (Fimf) e la Rivarossi Memory. Difficile però che il misterioso acquirente li stia ad ascoltare. Questa volta il trenino si è rotto davvero.