Strage di Erba, legale di Olindo e Rosa: "Da reperti forse Dna utile"

L'avvocato Schembri non molla: "Proveremo ad analizzare noi quagli elementi"

I coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo

I coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo

Como, 20 novembre 2020 - "Ci sono anche elementi sui quali noi contiamo, tramite i quali chiederemo la revisione. Noi proveremo ad analizzarli ugualmente quei reperti, ritengo che questo rigetto non metta la parola fine su quei reperti, quindi proveremo ad analizzarli. Entro qualche mese presenteremo la richiesta di revisione del processo, per la precisione prima dell'estate". Sono le parole di  Fabio Schembri, legale di Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati in via definitiva per la strage di Erba,  durante la trasmissione Iceberg di Telelombardia, giovedì sera. 

"E' chiaro che se ci tolgono la possibilità di analizzare i reperti la revisione può avere un altro tipo di consistenza - ha aggiunto l'avvocato - . Ecco perché stiamo aspettando una importante analisi, che vorremmo effettuare". "Ci interesserebbe tanto analizzare delle formazioni pilifere che sono state trovate sulla felpa del piccolo Youssef e altri reperti - ha concluso -. Per esempio un'impronta palmare che non è di Olindo e Rosa, non è dei soccorritori, che è lì pronta per poter essere inserita all'Afis (centro database impronte). Noi riteniamo che uscirebbe il Dna di terzi soggetti da quei reperti. Che ce li facessero analizzare e vediamo quale Dna esce. Potrebbe saltare fuori un altro soggetto che era presente sulla scena del crimine".

Proprio un paio di giorno fa, la prima sezione penale della Cassazione aveva detto "no" all'analisi di alcuni reperti.  A presentare il ricorso, dopo il rigetto arrivato nei mesi scorsi dalla Corte d'Assise di Como, erano stati gli avvocati Fabio Schembri, Luisa Bordeaux e Nico D'Ascol. Gli avvocati, oltre agli accertamenti su reperti trovati sul luogo dell'eccidio che non erano stati distrutti e tracce biologiche, avevano chiesto anche di accedere al server della procura di Como per poter disporre di tutte le intercettazioni telefoniche e ambientali.