MARIACHIARA ROSSI
Cronaca

Sotto il Grana crollato Magazzini vicini pronti a salvare almeno la produzione

Giacomo Chiapparini è stato travolto a 75 anni da 15mila forme. Le scaffalature potrebbero ancora cedere sul formaggio sottostante. Se ammuffisse, sarebbe da destinare alla lavorazione industriale.

di Mariachiara Rossi

(Bergamo)

La comunità sta ancora elaborando il tragico incidente che ieri mattina ha provocato la morte del titolare di una nota azienda agricola, Giacomo Chiapparini, 75 anni, travolto dal crollo delle forme di Grana Padano che produceva nella sua ditta da più di vent’anni. Nel frattempo le indagini dei carabinieri di concerto con i tecnici dell’Ats proseguono per ricostruire la dinamica e fare chiarezza sull’accaduto. È anche scattato l’appello tra i caseifici per mettere in salvo la produzione.

"Probabilmente l’incidente è stato dovuto alla macchina di pulitura che gira in automatico le forme in modo da farle stagionare correttamente", spiega Bortolo Ghislotti, presidente del Distretto agricolo bergamasco. "Alla tragedia personale della famiglia, alla quale esprimo il mio cordoglio e tutta la mia vicinanza, si aggiunge un altro problema: qui vengono prodotte 15mila forme all’anno, il che vuol dire 270 quintali di latte per 50 forme di Grana Padano al giorno. Se il magazzino non verrà liberato in fretta, si rischia di subire anche un danno economico ingente. Tra le forme danneggiate e i macchinari distrutti si stimano danni per 7 milioni. Per fortuna il popolo bergamasco sa essere solidale e già in mattinata l’azienda ha ricevuto offerte di aiuto dai magazzini vicini, che si sono resi disponibili a conservare i prodotti ancora integri. Sarà una corsa contro il tempo". In altezza gli scaffali si “arrampicano“ per più di 15 piani, il danno è equiparabile a quanto avvenuto in Emilia Romagna a causa del terremoto del 2012, come ha rivelato lo stesso Ghislotti.

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Allo stato attuale non c’è pericolo che il Grana possa ammalorarsi perché in magazzino è attivo il raffreddamento e il formaggio si conserva. Il vero problema è quanto tempo ci vorrà per liberare tutto il deposito. Le forme, rimaste intatte, sono disposte in scaffalature in altezza e potrebbero ancora cedere. Mentre quelle crollate, pesanti 38 chili, schiacciano quelle sottostanti, rischiando di comprometterle definitivamente. In tal caso il Grana, aperto, ammuffirebbe e andrebbe buttato; mentre nell’opzione migliore potrebbe essere ancora destinato alla lavorazione industriale, per la realizzazione di formaggi fusi o pastorizzati. É quindi partita una chiamata di soccorso per salvare le forme di Grana di Chiapparini, cui alcune aziende hanno già risposto prontamente.

Un destino che appare doppiamente crudele: nel 2012 il 75enne bergamasco aveva accolto l’appello delle aziende emiliane produttrici di Parmigiano Reggiano colpite dal terremoto, conservando e preservando nel proprio magazzino migliaia delle forme salvate dai detriti.