
Magni Della nostra piccola "congrega del dialetto", che ci "teniamo visti" (grazie alle mail), con bella frequenza scambiandoci informazioni,...
Magni
Della nostra piccola "congrega del dialetto", che ci "teniamo visti" (grazie alle mail), con bella frequenza scambiandoci informazioni, el "Luis de Melz", Luigi Manzoni di Melzo, appassionato e cultore del dialetto, è il più assiduo a tirare in ballo antichi termini ormai dimenticati. L’ultima sparata del "Luis" è stata questa: "Ma sapete s’el voeur di il verbo "zerbaa"?". In uno sgomento generale sono precipitati tutti quelli della combriccola del dialetto, che sarebbe troppo chiamarla "accademia", ("’na picula ‘cademia"), comunque il termine forse esagerato ma non proprio del tutto. Prima di svelare cosa vuol dire il verbo in questione, "Luis", ha spiegato di aver scovato quella parola in un libretto scritto da Speri Della Chiesa Jemoli, noto poeta dialettale varesino, volumetto intitolato "I nostri buoni villici" edito dalla Famiglia Bosina di Varese, nei primi anni del secolo scorso. "Ma a la fine de la fera s’el voeur dì stu zerraa?", è stata l’ovvia domanda. Con tutta tranquillità l’amico ha spiegato che questo verbo, un tempo, significava "cambiare l’alimento alle bestie". Quando giungeva la primavera i "paisan" passavano dall’alimentazione degli animali con il fieno a l’erba novella che cominciava a crescere nei campi: alimento molto più gradito dalle bestie e grazie al quale il latte delle vacche era più buono. Tutti quanti gli altri della compagnia si sono molto meravigliati ed hanno ringraziato "Luis" per aver tenuto quella piccola, ma importante lezione dialettale. Nello stesso libretto del Della Chiesa Jemoli el "Luis" ha scovato un altro termine che non è del tutto scomparso ma che un tempo godeva di un significato diverso dall’attuale: "L’è còdiga". Una volta i contadini usavano "còdiga" per indicare il piano erboso dei prati, ovvero lo strato fertile, l’humus. Sopravvive un po’ modificato "cùdega" che è la cotenna del maiale, privata di setole. Uno degli ingredienti nella ricetta della vera "cassoeula" lombarda, e amato mito epicureo per tanti ghiottoni.
mail: emiliomagni@yahoo.it