Sette giorni di paura. Aiuta il figlio dell’amica “ripagata” con le botte

Gli aveva fornito un domicilio per evitare che finisse in carcere. L’uomo, 43 anni, si è rivelato un violento. Nuova denuncia e per lui l’arresto .

Sette giorni di paura. Aiuta il figlio dell’amica “ripagata” con le botte
Sette giorni di paura. Aiuta il figlio dell’amica “ripagata” con le botte

Da una settimana, gli aveva dato ospitalità nella sua abitazione, evitandogli di stare in carcere. Ma Luigi Polone, 43 anni di Monza, fin da subito ha vessato e minacciato la donna, che la scorsa notte, dopo una serie di episodi ormai insopportabili, si è vista costretta a chiamare la polizia. Così l’uomo è stato portato nuovamente in carcere, questa volta con le accuse di estorsione e di tentata violenza privata. In custodia cautelare era finito su disposizione del Gip di Monza, in esecuzione di una misura cautelare per reati contro la persona. Ma la donna comasca, dichiarando di essere una amica della madre di Polone, una settimana fa ha dato la sua disponibilità a ospitarlo, mettendo a disposizione un domicilio che gli ha fatto ottenere l’attenuazione della misura cautelare. Fin da subito l’uomo si sarebbe dimostrato violento, spesso sotto effetto di alcol o stupefacenti la cui provenienza è ancora da chiarire, e aggressivo nei confronti della padrona di casa, destinataria di continue minacce e vessazioni, come ha raccontato ai poliziotti intervenuti nella notte tra sabato e domenica nella sua abitazione di via San Bernardino da Siena. Polone voleva soldi e a più riprese sarebbe riuscito a farsi consegnare un centinaio di euro, ma quando la donna aveva cercato di rifiutarsi di consegnare il denaro, si era trovata con la casa danneggiata e i suppellettili sfasciati. Arrivando a essere privata del telefono cellulare, preso dall’uomo. Gli agenti hanno inoltre accertato che sabato sera Polone avrebbe percosso sia la donna che sua moglie, arrivata a fargli visita. A quel punto, dopo aver ricostruito i momenti salienti di quella difficile convivenza e preso atto della denuncia della parte offesa, il magistrato di turno della Procura di Como, Michele Pecoraro, ha disposto il suo arresto con le ipotesi di estorsione del denaro e di violenza privata per le condotte vessatorie, tra cui la sottrazione del telefono. Ora si trova al Bassone, in attesa dell’interrogatorio di convalida dell’arresto, con accuse ulteriori che si aggiungono a quelle per le quali era già gravato da misura cautelare. Paola Pioppi