ROBERTO CANALI
Cronaca

Setificio al S. Martino? No dei candidati

Como, gli aspiranti sindaco bocciano il presidente della Provincia che parla di trasloco della scuola

di Roberto Canali

Non ci stanno i candidati sindaco di Como a farsi dettare l’agenda elettorale dal presidente della Provincia, Fiorenzo Bongiasca (foto), che sull’ipotesi di spostare il Setificio al San Martino ha incassato un rifiuto praticamente unanime. Impegnati in una sfida all’ultimo voto, i candidati hanno già fin troppi fronti aperti, dall’eterna incompiuta Ticosa allo stadio Sinigaglia, passando per il Piano del Traffico formalmente approvato ma per buona parte di loro ampiamente da rivedere per permettersi di lasciarsi distrarre dalle necessità di una delle scuole più importanti della città, il Setificio, che rischia di esplodere confinata in un perimetro che ormai le sta oltremodo stretto. L’ha detto chiaro e tondo l’ingegner Bruno Tarantola, dirigente del settore Opere Pubbliche della Provincia.

"Ogni anno la scuola ci costa 2 milioni di euro in manutenzioni straordinarie, ma il problema più grave non è l’investimento economico ma la necessità di proseguire con interventi tampone perché non possiamo permetterci di chiudere la scuola per un anno e mezzo e sistemarla come si deve". Non solo in città, ma in tutta la provincia manca una struttura che possa funzionare come una "valvola di sfogo" per consentire agli studenti di non fare lezione e non perdere l’anno scolastico mentre i loro plessi vengono sistemati come si deve. Questo è uno dei motivi che hanno spinto il presidente Bongiasca ad accettare il suggerimento, avanzato da Regione proprietaria dell’area attraverso Ats Insubria e Asst Lariana, ben sapendo che nel vigente Pgt l’area è destinata a sede universitaria, eredità di quando a Como si pensava all’area dell’ex ospedale psichiatrico per creare un Campus, prima che il Comune decidesse di gettare la spugna meritandosi le ire del Politecnico che se ne andò sbattendo la porta da Como.

Da allora il San Martino è rimasto uno scatolone praticamente vuoto e le manutenzioni minime sono garantite dalle poche strutture di Ats e Asst che presto verranno trasferite altrove. "L’area del San Martino, complessivamente circa 300 mq da troppi anni è abbandonata e deve tornare ad essere fruibile da parte dei cittadini – sottolinea Bongiasca -. Non decidere, quasi sempre, equivale a peggiorare la situazione. È arrivato il momento, e forse siamo all’ultima chiamata, di cambiare registro, approfittando anche del treno di risorse del PNRR".