
di Paola Pioppi
La prima rapina che gli viene attribuita, quella forse più brutta, era avvenuta il 30 agosto 2018, all’interno del cimitero di Appiano Gentile, dove a una donna di 69 anni, aggredita alle spalle, era stata strappata la borsetta. Ivano Baroni, 59 anni di Appiano Gentile, le avrebbe spruzzato uno spray urticante mentre il figlio Andrea, 21 anni di Cassina Rizzardi, le strappava la borsetta. Da questo episodio i carabinieri di Appiano hanno iniziato le indagini, sfociate ora in un’ordinanza di custodia cautelare che ha portato entrambi in carcere, e che li accusa anche di altri episodi. A entrambi vengono attribuiti i furti realizzati ai danni della Duebi di Beregazzo con Figliaro, visitata in quattro occasioni a giugno scorso dai ladri, che si erano impossessati di vari attrezzi da lavoro custoditi in un capannone: pannelli, tagliasiepi, prolunghe, rotoli di rete, cinghie per imbragature e numerosi altri utensili. Il solo Andrea Baroni è inoltre accusato di una tentata rapina e violenza privata commesse il 17 agosto in un centro massaggi di via Vittorio Emanuele a Cassina Rizzardi, dove l’estetista era stata presa a pugni per farsi consegnare l’incasso e per impedirle di chiamare i soccorsi. L’aggressore si era poi allontanato senza bottino, ma aveva sottratto le chiavi del negozio e cercato di rinchiudere la donna. Per i due episodi di rapina e tentata, il gip di Como Laura De Gregorio ha deciso la misura cautelare in carcere.
Ma il sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, che ha coordinato le indagini, accusa Andrea Baroni anche di una serie di furti: pizza e birra alla Bennet di Cassina Rizzardi a febbraio, e a giugno il tentativo, bloccato dall’addetto alla sicurezza, di portare a casa senza pagare una confezione di sushi. Inoltre una quantità imprecisata di alimenti rubati in quattro occasioni, ad agosto, dal carico e scarico merci dell’Eurospin di Montano Lucino, e altre merci sottratte nello stesso modo all’Md, sempre a Montano. Persino un furto di bicicletta fuori dal supermercato, e nell’orto di una donna a Bulgarograsso, dal quale avrebbe preso pomodori, zucchine e melanzane. Le indagini sono state condotte attraverso le testimonianze, ma anche alcuni rilievi tecnici, come la visione delle telecamere di sicurezza.