
Gli agenti della Polizia di Stato
Esausti , dopo anni passati a subire aggressioni e maltrattamenti della figlia minorenne, senza mai riuscire a creare un dialogo costruttivo o anche solo a farle comprendere la gravità dei suoi gesti, hanno deciso di denunciarla. A dicembre padre e madre si sono presentati in Questura, per raccontare anni di convivenza difficilissima con la ragazzina, ora diciassettenne, per la quale già in passato erano stati chiesti diversi interventi da parte della Squadra Volante.
A conclusione dell’indagine svolta dalla Squadra Mobile di Como, che ha ascoltato i genitori e ricostruito cosa avveniva tra le mura di casa, la ragazza è stata portata in comunità, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal gip del Tribunale per i Minorenni di Milano. Un provvedimento motivato dalle condotte ormai croniche della giovane nei confronti dei genitori: aggressioni fisiche e verbali, spintonamenti, rifiuto di rispettare ogni genere di regola. Entrava e usciva da casa senza orari, ma soprattutto chiedeva continuamente soldi.
Spesso erano i rifiuti dei genitori di consegnarle denaro per l’ennesima volta, a causare le sue reazioni violente e ingestibili, al punto da dover chiamare la polizia che più volte era intervenuta in difesa dei genitori. Uno degli ultimi e più gravi episodi è avvenuto a gennaio, quando la ragazza ha ferito alla testa il padre, colpendolo con un oggetto metallico, perché si era rifiutato di rinnovarle l’abbonamento a una app del valore di pochi euro. Tutto finito nel fascicolo di indagine, che ha spinto il magistrato della Procura dei Minori a chiedere la misura cautelare che ora la obbliga a stare in una comunità, lontano da casa e dalle sue amicizie e frequentazioni. Ma soprattutto che le impone di affrontare un percorso rieducativo il cui obiettivo è farle comprendere il disvalore delle sue aggressioni, e spingerla ad abbandonare queste condotte.