ROBERTO CANALI
Cronaca

Operaio morto in cantiere: da tre anni è un fantasma

Cadde in un dirupo mentre era impegnato nella costruzione di una diga. Lavorava in nero, ma ancora non si sa per chi. Sindacati parte civile al processo

Il recupero del corpo dell’operaio

San Nazzaro Val Cavargna (Como) - Anche i fantasmi possono sperare di ricevere giustizia e ritrovare la pace, specie se sono morti sul lavoro come Curri Zyber, precipitato il 12 dicembre del 2018 in un dirupo mentre percorreva un costone di roccia trasportando materiale edile in località Mondrago, tutto per costruire la grande diga che costerà qualche milione di euro e ne frutterà a decine una volta in funzione, ma che già costata troppo in termini di infortuni sul lavoro.

Quello di Curri Zyber non è l’unico, ma di sicuro è il più grave perché quell’operaio di origine kosovara con una moglie e quattro figli non è solo morto, è stato rinnegato da chi lo aveva assunto in nero e ha dichiarato di non conoscerlo anche quando i carabinieri hanno chiesto di lui, dopo il ritrovamento del cadavere. Toccherà ai giudici del Tribunale di Como stabilire se Curri si poteva salvare, ma questa brutta storia la prima buona notizia è che il gup ha ammesso la costituzione di parte civile della Fillea Cgil Lombardia e di quella di Como. È grazie alla loro insistenza se la Procura di Como è riuscita a dipanare una matassa ingarbugliatissima di appalti e subappalti che hanno reso possibile, anche nel ricco Nord Italia e nonostante un appalto del valore di milioni di euro per la costruzione di una centrale idroelettrica, l’impiego di lavoratori in nero pronti ad essere scaricati, anzi trasformarsi in fantasmi, in caso di problemi.

"Nel sistema degli appalti e subappalti nei cantieri edili si annidano le più pericolose situazioni di mancanza di regole della prevenzione – spiegano i sindacalisti della Fillea Cgil - Gli infortuni sul lavoro non sono una fatalità ma il frutto della mancanza di applicazione delle regole sulla prevenzione previste dal Testo unico della salute e sicurezza". La morte di Zyber Curri è stato l’incidente più grave avvenuto nel vastissimo cantiere per la realizzazione dell’impianto idroelettrico "Cavargna Alta". Quando i carabinieri salirono fino al cantiere della diga per sapere chi fosse nessuno si fece avanti, Zyber Curri in quanto lavoratore in nero era un fantasma. Adesso sul banco degli imputati ci sono Giuseppe Argentieri, il suo datore di lavoro formale in quanto amministratore unico della Hera srl di Gallarate, subappaltatore dei lavori di rivestimento del muro in sassi, Maria Teresa e Livio Belottini amministratore unico e consulente esterno preposto in materia antinfortunistica dell’impresa subappaltatrice Edilnova srl di Teglio, infine Carlo Graneroli, 51 anni di Tirano, coordinatore dei lavori, e Gabriele Andreoli, 38 anni di Teglio, amministratore unico della Costruzioni Andreoli di Milano, impresa affidataria delle opere.